Percorrendo la provinciale 30, provenendo da Melegnano, passato il raccordo fra la Binasca e l’autostrada Milano-Genova, oltre la rotonda che smista il traffico per Binasco e le varie frazioni di Noviglio, dopo il benzinaio, a destra, in fondo alla lunga piazzola di sosta, quasi una corsia laterale mal tenuta, vedo una ragazza che aspetta seduta. Coordinate approssimative: 45.338310, 9.087935 (facendo caso solo alla mappa, con Street view non trovo una visualizzazione soddisfacente della zona).
È carina: capelli biondi raccolti sulla nuca, viso fine, non – per intendersi – di quelli con i lineamenti freddi e lineari da copertina di Vogue, ma un tondo grazioso, bel sorriso. Il corpo è proporzionato, di taglia minuta ma femminile, altezza sull’1,60 o 1,65. L’abito intero di lana azzurra le scopre quasi interamente le cosce, sopra indossa una giacca di pelle nera abbinata agli stivaletti con tacchi a spillo. Gli occhiali neri le nascondono gli occhi nocciola, che protegge dal pallido ma tagliente sole che, cessate le piogge, fa capolino a mezzogiorno.
Pratica le tariffe consuetudinarie (20 pompino e 30 boccafiga) e dice di non offrire prestazioni scoperte. Ingaggiata!
In macchina si presenta: Maria, 21 anni, dalla Romania. Da alcuni mesi al lavoro in loco. Dissipando subito l’impressione di una certa seriosità sostenuta che mi aveva dato in un primo momento, si rivela gentile e simpatica.
Mi porta in un imbosco che finalmente è davvero tale, lontano dalla provinciale: ci si perde per strade di campagna un po’ sconnesse fino ad un punto abbastanza protetto dalla vegetazione.
Nel frattempo faccio la solita prova-disponibilità. Le metto delicatamente la mano sulle cosce scoperte, senza calze nonostante la stagione, un modo per vedere subito se la ragazza si limita a lasciar fare o si irrigidisce o raccoglie il suggerimento. Lei apre le gambe, mentre le nostre mani si incontrano, confermando la sensazione di una ragazza tranquilla e che cerca la sintonia con l’uomo che l’ha caricata. Lo esprime pure programmaticamente, con una punta di orgoglio professionale, che non vuole essere di quelle che al cliente mettono fretta, offrendo per di più servizi scadenti.
Inizialmente concordiamo il solo pompino. Ciononostante lei si scopre spontaneamente sia le tette, direi una terza un po’ pesante dai capezzoli minuti, sia la figa, depilata con labbra sviluppate e sporgenti. Si colloca anche nella posizione più generosa di sé, in ginocchio sul sedile.
Il lavoro orale è di qualità intermedia. Incappuccia l’uccello semi-turgido, ma mi porta alla piena erezione con una valida stimolazione. Non indulge in variazioni di ritmo e di presa, ma si impegna: intanto che le accarezzo la pelle liscia e abbronzata, i capelli raccolti mi consentono di osservarla mentre se lo prende in bocca e le gocce di saliva scivolano sul goldone, accrescendo la mia eccitazione.
Coinvolto dal clima che Maria ha saputo creare, le chiedo di passare alla scopata fuori dalla macchina, per un supplemento di 10 versato alla fine. Lei acconsente, ma sta attenta a non inzaccherarsi troppo, dice – con premura – per non sporcarmi l’abitacolo, e immagino anche per preservare la pelle nera dello stivaletto. Ma a me non me ne frega niente dei tappetini, richiamato come sono dal respiro libero di una copula naturalistica nei colori caldi della limpida campagna autunnale, fra il fango e le pozzanghere della sterrata, gli alberi spogli, le foglie cadute sulla terra, l’aria frizzante. Non troviamo subito la posizione, ma lei mi aiuta: si piega appoggiandosi alla fiancata all’altezza del cofano, mi asseconda, simulando discretamente, mentre io, passandole da dietro le mani su tutto il corpo, spingo fino alla felice conclusione.
In sintesi, assodato che la ricerca del tipo super-porcella potrà continuare in altri lidi, una combinazione di estetica, rendimento e disposizione umana hanno fatto di Maria la mia valida compagna nell’estate di San Martino della pecorina all’aria aperta.