Esiste e qual è, in un rapporto sessuale, un atto che più degli altri consenta il contatto più appagante, il piacere più intenso, il superamento della sensazione di essere distinti ?
Tra la penetrazione e un pompino, qual è l’esperienza più totalizzante ? … dopotutto, anche un pompino è penetrazione.
A questa domanda non so rispondere. Forse non ha senso rispondervi. Rispondono i fatti e le sensazioni.
Trezzano, notte di plenilunio di qualche settimana fa. Cercare la partner non è semplice, nella mia mente i desideri non sono chiari come il cielo lassù. L’offerta seppur non amplissima è molto variegata; … diverse, molto diverse l’una dall’altra, almeno … a guardarle. E poi chissà, le molte che sarebbero una novità potrebbero rivelarsi anche migliori di certezze acquisite.
E’ tardi, notte fonda, nessuna scelta si dipana, ma so già che il tempo gioca a mio favore; ad un certa ora, tardissima, tutto è destinato, misteriosamente, ad essere più chiaro e si arriva senza incertezze alla scelta giusta. Così è; … devo solo aspettare lo scorrere del tempo, dei volti attraverso il finestrino, dei palazzi lungo la strada, dei colori dei semafori alla mia sempre più evanescente attenzione.
E siamo nel cuore della notte; quando di notte non ce n’è più molta; a breve arriverà l’aurora.
Lei si chiama Fatima, la riconosco dalle descrizioni lette su GF, ed è anche la mia scelta. E’ bella, davvero bella. Sembra addirittura nordica in tanti dettagli della sua delicata bellezza d’avorio. Le chiedo un pompino scoperto; per VU - 10 è possibile. Una sorta di gioia si concretizza, pregustando quanto sta per accadere e mentre le dico ‘sali’. Ancora non lo so, ma inizia davvero un’ascesa.
L’imbosco è li vicinissimo, in una viuzza d’uscita dall’ideale perimetro in cui campeggia il motel 2000. E’ esattamente il tipo di imbosco che detesto, in quanto assai poco discreto e nemico della ‘concentrazione’. In più è inondato da una luce fortissima, tra l’altro bianchissima e non calda. Ma scopro che quella luce, quasi opalescente; esalta la bellezza di Fatima. Sembra cosi candida, trasfigurata da quella luce. Anche da vicinissimo; l’impressione di bellezza è confermata, anzi, lo sembra ancora di più. E’ davvero bella, me lo ripeto mentre prendo confidenza col suo corpo, coi suoi capelli e con quegli occhi sempre più coinvolti e coinvolgenti.
Per quello che ho chiesto e che faremo, inutile addentrarsi in valutazioni sul fisico, che lasciano il tempo che trovano, … certo potrei dire che non è una velina, che è formosa, ma a me piace … e poi, se anche ci fosse da obiettare, quante veline sono così belle ? … assai poche, assai poche.
Pulizie di rito, ovvie; anche se ero stato ammollo per un bel po prima di uscire di casa.
Lentamente e delicatamente lo prende in bocca, e intanto mi lascio sprofondare nello schienale del sedile.
Nessuna tensione nel mio corpo, sono in buone mani. E labbra ancora più buone.
Si entra nel giardino incantato appena inizia quella bellissima sensazione di umido; appena i movimenti della lingua trasmettono sussulti; appena le labbra si fanno consistenti così da intuirne la forma solo col pensiero.
Parto da una situazione di riposo assoluto. E’ una conseguenza dell’essere a tardissima notte; del fatto di non voler anticipare nulla; dell’atmosfera surreale sotto quei lampioni. Ma è meglio così, molto meglio così. L’ascesa va percorsa per intero.
Nella sua bocca passano piano piano, tutte le fasi dell’erezione. Lei è lenta e raffinata. Usa poco le mani senza che io glielo chieda. Trasmette sensazioni liquide (e languide); mentre la tocco ovunque, cercando pero’ di non distrarla da quanto sta facendo alla perfezione.
Silenziosamente mi perdo nei particolari della sua bellezza; è tutto molto dilatato nell’atmosfera percettiva, ma anche nei nostri movimenti.
E’ questo il momento perfetto della notte, si sprofonda in una sorta di altra dimensione. E poi c’è lei, la sua bellezza e la sua bocca impareggiabile. Sento gli attimi, non i minuti. E sembrano più lunghi di quello che sono.
Non c’è soluzione di continuità. Sempre più duro, bagnatissimo della sua saliva, che scorre copiosa lungo tutta l’asta. Lei è sempre delicata, ma inesorabile nel donare piacere.
Ha dei bellissimi capelli, per colore e consistenza, mi viene istintivo metterci dentro la faccia, interrompendola per un po da quello che stava facendo, chiudendo gli occhi e annusando quell’aroma. La stringo forte. Quando ci stacchiamo incrocio il suo sguardo, bellissimo, sembra totalmente abbandonata, quella sola visione induce un piacere estatico. Tengo entrambe le mani nei suoi capelli, accompagno il suo volto laggiù a continuare quanto stava facendo; ormai l’erezione è al massimo. Mi è difficile trovare la parte più riuscita del suo pompino.
Ogni volta che incrocio il suo sguardo è un sussulto; sembra che si sia lasciata trasportare completamente e risulta addirittura più bella, in quell’espressione lasciva di godimento.
E’ un continuo cercare di spingerla ad un contatto più forte; spingere la sua bocca più giu; per poi allentare la tensione, per non precipitare in una venuta nella sua boccuccia; non erano questi i patti e li rispetto. E poi più la stringo e più sembra mia, stessa cosa che percepisco ad ogni incrociarsi di sguardi; è sempre più ammaliante.
Ho perso la sensazione del tempo pur avendo sentito passare ogni singolo attimo.
Se avessi dovuto, li per li, rispondere al quesito iniziale, avrei detto che il pompino è la cosa più appagante. Merito suo e della sua candida e spudorata bellezza. Merito della sua bocca, capace di dissetare. Merito dell’essere al termine della notte; in uno momento senza passato e senza futuro. Merito della sovrapposizione di uno stralcio del nostro tempo, pochi minuti passati insieme, lascivi, persi l’uno nell’altra. Merito della convergenza di due maledizioni, eppure così belle.
Merito sopratutto di quel suo bellissimo sguardo. Ad incrociarlo, ogni volta, sentivo la fatica nel doverne poi uscire. Ad un certo punto sembrava davvero trasfigurata quella sua bellezza; resa ancora più profonda, coinvolgente, quasi sofferente. Puro Phatos. Raramente ho incrociato un simile sguardo, nessuna parola poteva bastare; niente se non l’unirsi, a quel punto, delle nostre labbra. Phatos da brividi.
Non c’era più nient’altro che potessi chiedere a quei 20 minuti con cui la Notte, si accomiatava con il meglio che si possa ricevere da una donna.
Alla domanda iniziale rispondevano i fatti. Un pompino puo’ valere più di tutto.
Ma per arrivare a quei livelli non bastano delle belle labbra, usate divinamente; l’ultima soglia, quella che fa davvero la differenza, la si supera con gli occhi. E’ la, in quell’ oltre, che mi ha portato quello sguardo. Indimenticabile.
Karzan