Le mie strade si sono incontrate ancora una volta con quelle della bionda Natalia perché da qualche tempo volevo ripetere la stessa esperienza a tre che ho già descritto sopra, più di sei mesi fa, ma stavolta in mini-dark room domestica. Ho dovuto approfittare di questo fine-settimana, perché dopo lunedì Natalia si concede una bella vacanza di più settimane in Ucraina. Quindi abbiamo ricostituito lo stesso gruppo (io, la ragazza ventenne e la bella signora), per lo stesso compenso (60+60), in cambio della stessa prestazione duplicata (preliminari tranquilli, pompino e scopata, tutto coperto). Diversa era solo l’ubicazione, non la casa di Natalia, ma quella di Cristina. Anticipo che da Natalia ho ricevuto la complicità e il coinvolgimento che, dopo averla provata un paio di volte, mi aspettavo da lei.
Perché la fissa del buio? Mah, penso che l’esperienza che mi stimola di più sia quella che potrei chiamare di erotizzazione ambientale, per dire di una sensualità dei contesti, rispetto alla specializzazione erogena e performativa verso cui ci conduce l’immaginario pornografico odierno, che finisce nella somma delle sigle. Da questa prospettiva, perdersi un po’ di vista può aiutare a immergersi più a fondo nelle situazioni.
Quindi c’è stato appena il tempo di apprezzare l’intimo rosso-natalizio di Natalia e subito abbiamo fatto buio pesto, rinunciando anche alle luci dell’alberello allestito dalla padrona di casa. A seguire i preliminari, forse il momento più coinvolgente. Per un breve momento io in piedi, loro sedute sul letto, poi più a lungo sdraiato fra loro sul letto, mi sono completamente abbandonato alle cure delle due ragazze. Mi pareva di vivere, in positivo, qualcosa di analogo ad un episodio del don Chisciotte, quando lo sfigato cavaliere si trova in camera dei gatti inferociti fatti entrare per dispetto e, aggredito da tutte le parti a graffi e morsi, non identifica più la singolarità delle creature minacciose, ma si crede circondato da spiriti maligni. Beh, io ero consapevole di essere accerchiato non da spiriti maligni, ma da corpi benigni. In ogni caso, non vedere ma percepire intorno a me pelle vellutata, lingue ardenti, mani, tette sode, cosce morbide, chiappe, sentire i loro piccoli morsi o carezze, il semplice calore, incontrare a tentoni tutto questo bendidio con le mie mani e le mie labbra, mi faceva immaginare una sorta di potente femminilità impersonale che trascendeva le due interpreti individuali. Non sono mancati nemmeno i momenti di divertimento. Io infatti ho scommesso che avrei riconosciuto, dallo stile, senza vedere, chi mi spompinava. E così è stato: ci ho preso sul trattamento più delicato di Natalia, poi appena ho avvertito le scintille ho capito che Cristina aveva preso la situazione in bocca. Anzi, lei forse l’ha fatto apposta ad accentuare la sua vocazione, per provocarmi su questa nostra vecchia querelle che ormai è un motivo di gioco (il suo pompino aggressivo), perché il clima era davvero scherzoso. E alla fine mi sono lasciato felicemente stroncare dall’energica smorzacandela di Natalia mentre ci si coccolava ancora un po’ con Cristina.
Posso confermare che alla riuscita del programma ha contribuito, come dicevo, il fatto che le due ragazze fra loro siano autenticamente amiche e abbiano rapporti spontanei e spiritosi (Cristina, ad esempio, ha ripreso Natalia, che simula più pesantemente di lei, altrimenti ci sentiva tutto il condominio, mentre in un altro momento l’ha incoraggiata con una sculacciata). Mi piace immaginare che faciliti pure la conoscenza maturata fra me e una delle due compagne, il che significa fiducia e rilassatezza generale (ricordo che un’altra ragazza, in situazione analoga, aveva voluto infilarmi il preservativo prima di fare il buio, secondo me per paura che io potessi approfittarne, mentre Cristina sa che io non le farei mai scorrettezze del genere), ma comporta anche molta pratica senz’altro utile al disimpegno della situazione (Cristina, che ormai mi conosce a memoria, mi ha infilato il preservativo al buio, dopo qualche manipolazione libera, praticamente senza che io me ne accorgessi, sicché, sempre prima che me ne rendessi conto, mi sono ritrovato in bocca a Natalia). Ma c’è un altro elemento, di natura comunicativa, che la prima volta non avevo messo a fuoco: Cristina e Natalia, avendo diverse origini, parlano fra loro in italiano. Mi sono accorto della differenza in un’occasione in cui, invece, avevo provato la stessa esperienza con altre due ragazze rumene: ero stato un po’ disturbato perché quando si scambiavano istruzioni veloci parlavano nella loro lingua. Con il risultato che la tensione erotica in quel caso era allentata dalla sensazione di essere 2+1, con me a lato, mentre stavolta, anche nell’oscurità, siamo sempre stati 3, il numero perfetto.