Non ho resistito e l'ho sognata un'altra volta.
È una serata con parecchi puffi in giro per la zona, così decido di timbrare in casa, ricordandomi che è un'opzione disponibile.
La fanciulla, vestita con jeans aderenti e appena una magliettina e un golf (dunque, tralasciando il fatto che risulta essere particolarmente calorosa, un abbigliamento non certo provocante, taccazzi da troiona esclusi, e di cui io sono felice, poiché si potrebbe passare abbastanza inosservati se visti in giro insieme) appena mi vede balza allegra sulla trombomobile, ma rimane un attimo interdetta quando le propongo le danze fra quattro mura: mi spiegherà poi che solitamente riceve in casa di giorno, avendo infatti anche degli annunci (che però non sono stato in grado di trovare e non ho chiesto il suo recapito telefonico); nel primo sogno avevo inteso che l'appartamento fosse normalmente disponibile durante la sua attività o.t.r. e invece evidentemente la fanciulla non si era spiegata bene; in sostanza si vergogna un po' per il fatto che, aspettandosi appunto di lavorare solo in strada di sera, abbia lasciato l'appartemnto in disordine, ma la rassicuro del fatto che non mi sarei scandalizzato (meglio un letto disfatto e scarpe qua e là di eventuali problemi con le astronavi, penso io!) e dunque ci dirigiamo a casina, situata decisamente lontano dall'ufficio, dato che è a Rogoredo. Apprezzo peraltro l'inaspettata lunghezza del trasferimento poiché ci dà modo di conoscerci meglio: inizialmente si rivela un po' taciturna, al pari della prima volta, ma ha solo bisogno di qualche minuto per sciogliersi, trovandosi quindi a raccontarmi parte della sua vita precedente all'esperienza in ItaGlia (storpiatura mia e non sua, questa). Si nota distintamente che non è ancora particolarmente disinvolta nell'esprimersi con il nostro idioma, ma fa del suo meglio per farsi capire ed in effetti non ho avuto particolari problemi a comprendere quanto ascoltato.
Parcheggio non eccessivamente difficoltoso e appartamento al piano rialzato (ci sono dunque pochi gradini per raggiungerlo) di uno stabile senza infamia e senza lode, entrando nel quale veniamo fortuitamente preceduti da un signore extracomunitario che però, devo ammettere (e io non amo per niente essere visto in tali frangenti), si è fatto il più possibile gli affari suoi, non guardandomi nemmeno, dopo un breve saluto scambiato con Alexandra. L'appartamento, abbastanza spoglio e non certo nuovo, è appunto in disordine come anticipatomi, ma a questo particolare non voglio badare troppo. La donzella di contro, forse anche per cercare in tutti i modi di scusarsi, si comporta in maniera molto ospitale, invitandomi a fare come se fossi a casa mia e offrendomi qualcosa da bere, che garbatamente rifiuto perché a posto così.
Mi spoglio molto più in fretta di lei e su suo invito mi siedo sul letto, dove ho modo di rimirare la sua snella e soda figura mentre, rimasta solo in reggiseno e perizoma bianchi, in stile fidanzatina e non provocanti da professionista, si affretta a dare le ultime sistemate alla stanza e poi... spegne la luce perché si vergogna a farsi vedere nuda. Devo ammettere che l'idea di darmi da fare al buio (non totale ma quasi, in questo caso) non mi ha mai attratto, ma sono abbastanza aperto a nuove esperienze. Sicuramente mi ha colpito molto di più questa sua confessione di vergognarsi, dopo pur sempre 8 mesi, del lavoro che fa: mentre ascoltavo le sue parole, entrambi già nudi sul letto l'uno accanto all'altra, ho provato contemporaneamente dispiacere per la sua situazione e schifo di me stesso (sensazione quest'ultima che è riaffiorata dopo diverso tempo, cioè dalle mie prime esperienze pay), in contrasto alla marmoreità del mio compagno dei piani bassi, che continuava a sentire fortissimo il richiamo del corpo di Alexandra.
Ora, non voglio per forza entrare nel merito di discorsi morali, socio-culturali, psicologici e chi più ne ha più ne metta sull'argomento pay e sono assolutamente consapevole di quanto spesso le girls prendano per il culo i punters per cercare di commuoverli e spillare loro una maggior quantità di rose, fatto sta che mi ha smosso qualcosa e mi sono posto qualche domanda in più sulla mia attività onirica e comunque non ho continuato il sogno a cuor leggero.
Cominciamo comunque le danze con un BJ che trovo piacevolmente diametralmente opposto a quello ricevuto la prima volta: da subito e senza che io abbia chiesto nulla lento, salivato il giusto e con movimenti di lingua molto stimolanti; chiedo dopo un po' DT ma arriva soltanto a neanche 3/4 della lunghezza (che è nella media). Propongo io la pecos per la sintonizzazione e trovo il RAI1 più stretto che abbia mai provato!! Lei mi rassicura sul fatto che non prova dolore, è solamente così di suo, dolore che invece un po' provo io, oltre all'apprensione di entrambi circa la resistenza del cappuccio, finché dopo un bel po' di tempo il pertugio si dilata maggiormente e mi permette un avanti-indietro più agevole e redditizio, pur sempre molto avvolgente, diciamo. Ed è forse proprio per questa strettezza, oltre alla vista (al buio, sì, ma intuivo molto bene!) del corpo di Alexandra che, a differenza del mio solito, devo un attimo controllarmi per non vedere scialacquato troppo in fretta il VU investito.
Mi nega purtoppo la smorza, posizione che personalmente prediligo in vista di un pompaggio vigoroso, perché "preferisce non farla"; io penso che la neghi per trattenersi meglio dal provare piacere, atteggiamento che mi pare di intuire durante la successiva mission, anche se alla lunga si lascia un po' andare, quando comincia ad avvolgermi con le sue gambe intorno ai lombi e mi prende saldamente per un braccio.
Torniamo a pecos, dove mi rimiro quello splendido RAI2 che ha (ma che "è solo suo" e non concede assolutamente) e decido di terminare, poiché stavo sudando eccessivamente.
Mi offre di lavarmi in bagno, ma scelgo di provvedere una volta rientrato alla base, più che altro perché non mi offre un asciugamano pulito e in alternativa non c'è dello scottex con cui asciugarsi. I servizi, al pari di tutta la casa, sono un po' disordinati e vecchiotti, ma penso siano dignitosamente puliti. Lei si lava e poi si riveste con assoluta calma, ancora pronunciando qualche parola di cortese ospitalità e finendo a parlare brevemente anche del suo pappa, che le aveva mandato un messaggio durante le danze ma che sostiene non essere eccessivamente invadente. Ho modo, carnevale ne sarà interessato, di intavolare un breve discorso musicale, in cui Alexandra mi confida di ascoltare un po' di musica classica, specialmente Mozart e Beethoven (e sembrava sincera nel dirlo: non ha dato l'impressione di rispondermi con una frase di circostanza); se ci sarà un'occasione in futuro mi piacerebbe comunque sondare più approfonditamente i suoi gusti e conoscenze.
Si ritorna pertanto all'auto e nel viaggio di ritorno il racconto della sua vita si fa più approfondito e concitato.
Saluti e baci.
Ho apprezzato molto che nel sogno non abbia mai guardato l'orologio, tant'è che in effetti forse è stata con me più della mezzora pattuita, e ancor meno abbia chiesto il regalo di VU pattuito inizialmente, che ho lasciato spontaneamente a giochi conclusi sul tavolino.
Ovviamente tutto ciò che ho scritto è frutto della mia fantasia.