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CITTA DELL'INCONTRO: Bologna
NOME INSERZIONISTA: Miranda
NAZIONALITA': Spagnola
ETA': Non ho chiesto, penso 32/33
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: E' lei, ora ha i capelli più chiari
SERVIZI OFFERTI: BBJ, RAI1, FK, DATY
RATE DI PARTENZA: VU
RATE CONCORDATO: 2VU
DESCRIZIONE FISICA: 1.60/1.65, prosperosa
ATTITUDINE: Calientemente GFE
REPERIBILITA': Buona
LOCATION: OK
BARRIERE ARCHITETTONICHE: Si, alcuni scalini
INDEX: IDX2a788df8e45599d7f7ebfadfa6701b2d
RACCONTO (Titolo: Il cappellaio matto)
Oggi ho poco di che decantar Bologna, che in questo clima di ferragosto, si erge, quasi muta, sulle sue colonne e sulle sue arcate.
Così come il felsineo popolo sembra essersi dileguato, anche le ferie di molte muse ispiratrici, renderebbero vane le mie telefonate.
Rinfrescarsi in un bar può sembrare un miraggio, quando, di ognuno dopo l’altro trovi abbassata la serranda.
Ma ecco la lampadina che mi accende l’intuizione: e così chiamo Miranda.
Dopo che mi ha telefonicamente esposto le sue grazie, concordo l’incontro.
Il bello della Bologna muta è che riesco ad arrivare in anticipo e che posso scegliere, con larghe opportunità ed a mio piacimento, un parcheggio che mi soddisfi (cioè all’ombra).
Non è propriamente in tenuta da combattimento, ma la cosa non è dovuta a lei, quanto ad un disguido tecnico-condominiale (leggesi portone che non si apre elettricamente), che la costringe a venirmi ad aprire personalmente all’esterno.
La cosa non mi turba minimamente, anzi crea situazione perché è vestita carina, proprio con l’aria da turista spagnola in vacanza in Italia.
L’androne è un corridoio dritto, ma sto rischiando la sbandata alla visione di tutte quelle curve.
Vado di lavaggio e poi scoppio a ridere perché, mentre fa scendere i vestiti, sale sui tacchi, che non aveva quando è venuta ad aprirmi.
A me la cosa ha suscitato ilarità perché non ne vedevo l’esigenza di scena. Ma Miranda la sa lunga, non lo fa per spettacolo, lo fa per tecnica e lo fa per me.
È piccolina lei, ma adesso ha guadagnato quei centimetri che le servono per mettermi in chiaro con chi ho a che fare, già da in piedi. Comincia così con il calore mediterraneo dei suoi baci.
Non so quando compia gli anni, ma ho già capito che è del segno del tatto, perché il suo corpo lo senti su tutta la lunghezza del tuo.
Si passa in orizzontale e, naturalmente, vista anche la sua dotazione (che ahimè non è tutta opera di madre natura, ma non regala brutte sensazioni) sale in cattedra per dimostrarmi la specialità della sua nazionalità.
Scende per cominciare la sua parte, che non sono solo i suoi sapienti movimenti, ma dato che per ovvie ragioni non può sorridermi, sa farlo con i suoi sguardi.
La cosa mi prende e scendo anch’io, perché voglio cominciare la mia di parte. Ed è qui che, imprevedibile, entra in scena il cappellaio matto, che non sono io.
Il cappellaio matto ha il suo orologio, ma è dal 1865 che è fermo, e cosi è Miranda.
Non ha fretta, e mentre seguo i suoi movimenti orari ed antiorari realizzo che non lo fa per scandire il tempo, ma per annullarlo.
Non è vero che tutti i minuti durano uguale, alcuni sembrano attimi, altri delle eternità.
Come nei brani più lunghi dei Doors il senso del tempo lo perdi, e lo perdi volentieri.
È durato lo spazio di unire il mio gaudio al suo, senza mai farmi fermare, anzi rallentandomi. È durato fino ad una serie di affannose frasi in spagnolo, di cui non ho afferrato la traduzione, ma che so capire, perché ci sono gesti che chiunque, in qualsiasi parte del mondo, esprime nello stesso linguaggio.
E, naturalmente, c’è anche il resto, ed il resto lo risparmio, ma è piacere che non mi ha risparmiato.
È piacere che non si esaurisce, alla fine, in quei pochi secondi supremi, che son di quei secondi che non durano istanti, ma tutto il tempo che serve a Miranda per farti star bene, anche nel dopo, per farti sentire importante.
Numeri alla mano, sarà un incontro che, grazie a delle innate capacità mie, non sfora molto oltre la mezz’ora canonica. Ma sono davvero importanti i numeri? Oppure in una giornata, che si rivelerà imprevedibile come il cappellaio matto e che finirà per stravolgere i miei tempi, conta di più come il tempo l’abbiamo vissuto e percepito?
Nulla di ció é realtà. Trattasi di opera pseudoletteraria, delirio o illusione.