"Ciao amore, ciao amore,ciao amore ciao" ,le note della canzone di Luigi Tenco echeggiavano dentro l'abitacolo della Mercedes nera, Angelo alzò il volume e accenno' a cantare il motivetto mimando con le labbra. Sua moglie Concetta lo guardava dal cruscotto , una vecchia foto un po ingiallita dal tempo e dalla salsedine, gli diede un bacio appoggiandovi le dita. Prima di uscire si era raccomandata di non fare tardi, per il pranzo gli avrebbe preparato gli anelletti al forno con le melanzane che al suo amore piacevano tanto.
Erano sposati da più di vent'anni
ma lui l'amava come il primo giorno. Il luogo dove doveva recarsi era un po distante, ma Angelo non aveva fretta. Si fermò in un bar per fare colazione e scambiare due chiacchiere.Per il lavoro c'è tempo. Era un tipo di poche parole, per i vicini una persona gentile e disponibile. Percorreva la litoranea che costeggia il mare,
il traffico, di solito intasato, quel giorno era scorrevole e un po gli dispiaceva, non voleva arrivare con troppo anticipo.
Le nubi nere minacciavano pioggia.
Un venditore di "babbaluci",
lontano parente di Concetta,
gridava a squarciagola per attirare i clienti. Ne prese un paio di chili, sua moglie era una brava cuoca. Cominciò a piovere.
Era quasi arrivato, già si intravvedeva in lontananza quel vecchio edificio disabitato e diroccato, che sotto quel cielo plumbeo, assumeva un aspetto minaccioso e tetro.
Un rigagnolo nero e puzzolente scorreva placido verso un mare osceno e tempestoso. Una landa desolata!. Parcheggio' al solito posto, gli amici pure. Oggi avevano degli ospiti!...
Sali su al secondo piano, non si scuso' per il leggero ritardo, ne gli chiesero spiegazioni.
In un'altra stanza due ragazzini dall'aria smarrita, seduti su una sedia. Angelo si avvicinò per fissare negli occhi, da vicino, il più piccolo di essi che subito si mise a singhiozzare! L'altro sembrava più spavaldo. Fece loro alcune domande. Lui guardò il suo orologio d'oro.
Doveva affrettarsi, non voleva fare aspettare il suo amore.
Quel rigagnolo nero e puzzolente li accolse in un abbraccio fetido per trascinarli lontano , in un abisso di morte e disperazione. ...
Erano sposati da più di vent'anni
ma lui l'amava come il primo giorno. Il luogo dove doveva recarsi era un po distante, ma Angelo non aveva fretta. Si fermò in un bar per fare colazione e scambiare due chiacchiere.Per il lavoro c'è tempo. Era un tipo di poche parole, per i vicini una persona gentile e disponibile. Percorreva la litoranea che costeggia il mare,
il traffico, di solito intasato, quel giorno era scorrevole e un po gli dispiaceva, non voleva arrivare con troppo anticipo.
Le nubi nere minacciavano pioggia.
Un venditore di "babbaluci",
lontano parente di Concetta,
gridava a squarciagola per attirare i clienti. Ne prese un paio di chili, sua moglie era una brava cuoca. Cominciò a piovere.
Era quasi arrivato, già si intravvedeva in lontananza quel vecchio edificio disabitato e diroccato, che sotto quel cielo plumbeo, assumeva un aspetto minaccioso e tetro.
Un rigagnolo nero e puzzolente scorreva placido verso un mare osceno e tempestoso. Una landa desolata!. Parcheggio' al solito posto, gli amici pure. Oggi avevano degli ospiti!...
Sali su al secondo piano, non si scuso' per il leggero ritardo, ne gli chiesero spiegazioni.
In un'altra stanza due ragazzini dall'aria smarrita, seduti su una sedia. Angelo si avvicinò per fissare negli occhi, da vicino, il più piccolo di essi che subito si mise a singhiozzare! L'altro sembrava più spavaldo. Fece loro alcune domande. Lui guardò il suo orologio d'oro.
Doveva affrettarsi, non voleva fare aspettare il suo amore.
Quel rigagnolo nero e puzzolente li accolse in un abbraccio fetido per trascinarli lontano , in un abisso di morte e disperazione. ...