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arsein2019

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Re:Kristina promettente cronaca di un'i…

Il giorno che l’avrebbero inc...ato, Arsenio Nasar si alzò alle 5,30 del mattino per andare ad aspettare il battello con cui arrivava il vescovo.
Aveva sognato di attraversare un bosco di higuerones sotto una pioggerella tenera, e per un istante fu felice dentro il sogno, ma nel ridestarsi si sentì inzaccherato da capo a piedi di cacca d’uccelli.
«Sognava sempre alberi, – mi disse Nanzia Augustiana, sua figanzata, 27 anni dopo, nel rievocare i particolari di quel giovedì ingrato. – La settimana prima aveva sognato di trovarsi da solo su un aereo di carta stagnola che volava in mezzo agli alberi di fica (leggesi fiche dall'ispanica lingua di Nanzia) senza mai trovare ostacoli», mi disse.
Nanzia Augustiana godeva di una ben meritata fama di sicura interprete dei sogni altrui, a patto che glieli raccontassero a digiuno, ma non aveva riscontrato il minimo segno di malaugurio in quei due sogni del suo figanziato, né negli altri sogni con tronchi e rami nodosi che lui le aveva riferito nei giorni che precedettero la sua inspiedata.

Tutti in paese sapevano che cosa stava accadendo, non lui.
Già il giorn'innanzi, in tutta franchezza, il tutto era apprestato- la telefonata risaliva a due giorni prima e a due giorni prima risaliva il tragico malinteso... "quanto per uno sbiancamento anale?"
"60 mezz'ora 120 un'ora trattamento completo".
Ma la "i", maledetto vezzo di finger l'erre moscia, Arsenio se l'era mangiata e all'altro capo del filo
avevan predisposto tutto (vaselina, trivelle, divaricatori) non per lo sb-i-ancamento,
ma per il più basico e barbarico "sbancamento"
ano-rettale.

Che ci fosse in serbo il trapano, lo avrebbe potuto intuire già sulla soglia:
"STUDIO DENTISTICO".
l'entrata era affrescata con immagini medicaleggianti dei tempi d'Esculapio.

Alla vista della barrierotta giovane, ma già mongolfierata,
Arsenio fece uno sforzo per nascondere la delusione.
..."Tutto bene! Sai già tutto"
chiedeva la voce suadente, con sguardi ammiccanti.
Si sentiva confuso.
"...sono 60 per mezz'ora, 120 per un'ora" ripeteva ipnoticamente.
la ragazza che hai richiesto sta per arrivare, ma prima dovresti darmi il regalino"
e, a richiesta di conferme,
"siamo entrambe complete e, sì, lei è proprio la ragazza delle foto".

La mano tesa, i biglietti consegnati.
Arsenio Nasar rimase solo in attesa nella camera disadorna, solo un materasso per terra, un nastro di carta.
Dove appoggiare i vestiti? In equilibrio su un comodino?

"ma sei ancora vestito?" diceva ora con voce suadente la bruna sorridente che apparve dalla porta.
Il sorriso, le tette, gli occhi, o forse le tette prima del resto,
quasi subito i capelli neri,
soltanto dopo qualche istante i fianchi già troppo larghi, le paperine, i fuseaux.

NON ERA
Kiavevanosperato Arsenio Nasar e il suo sodale, Bayardo San Vicario.
NON ERA
la chimerica, fenicica Angèla Vicario.
Macari avrebbe potuto starle accanto, forse un mezzo passetto indietro, per avvenenza,
MA NON ERA LEI
Di questa, ora, gli occhi sorridenti non riuscirono a tener celato un balenìo subitaneo,
che ad Arsenio non sfuggì.
Né le sue nari, ora, ignoravano più quel leggero profumo di salnitro che già da un po' si era diffuso nell'aria.
L'innesco di un'ogiva, in rampa di lancio.
"sai già tutto? sono 60 per 30 minuti e 120 per un'ora"

"cominciamo con un massaggio"
Arsenio fu steso sulla panza, mentre i palmi della giovane iniziavano a blandire i polpacci che un tempo, ormai passato, eran stati protervi.
I minuti scivolavano, accompagnati da convenevoli da sala d'attesa, mentre i palmi inesorabilmente salivano, fino a blandire le coscie che un tempo, ormai passato, eran state proterve.
Blandite le coscie (che un tempo, ormai passato, eran state proterve), i palmi erano ora sui lombi (che protervi più di tanto non lo furono già in un tempo ormai passato).

Giunti a quel punto, Arsenio Nasar nel mangiar la foglia ne sapeva ormai più di un masticatore di coca professionista di Cuzco.
Così non si stupì né si scompose quando la belllezza gli disse con aria angelica
"ecco, adesso parliamo un attimo di quello che vogliamo fare...
io sono completa,
per fare una cosa tutta completa
sono
... (omissis, at moment)"

L'ano di Arsenio Nasar aveva avuto tutto il tempo di dilatarsi adeguatamente, e malgrado il dolore prodotto dalla tensione dello sfintere, che gli faceva gonfiare le vene azzurre sulle tempie, che un tempo, ormai lontano, erano baciate da morbidi boccoli neri,
non potè fare a meno di restare ammirato di fronte all'espressione
seraficamente paracula
di quelle gran paragnosta.

"350 pesetas. se non ce li hai abbiamo anche il bancomat"

Quell'inghiappettata Arsenio sentiva di meritarsela e se la voleva provare tutta tutta fin'in fondo,
(apparte un brevissimo istante, una defaliance da cui si riprese immediatamente, una goccia di fikaprivismo in un oceano di stoica etica picieuristica sabauda),
mantenne un sangue freddo degno di Phileas Fogg,
e senza mai deviare da un perfetto stile british, o meglio subalpin, spiegò
che, per quel che gli concerneva,
andava benissimo così.

Neppure l'Angèla, per dir le cose come stanno, si scompose,
avvezza ad analoghi rifiuti, e probabilmente non delusa,
perché le 350 pesetas parvero poi esser più un pretesto per negare i suoi favori,
che una reale profferta.

Passaron ancora forse un 5 minuti di dialoghi via via più stinti, formalità giusto per non rendere il commiato troppo drastico.
Un buffetto sulla gamba,
non serviva altro ad Arsenio per capire che la sua ora era giunta, anzitempo,

Si salutarono amichevolmente con i bacetti sulla guancia,
non servirono neppure i convenevoli arrivedersi.

Kristina promettente cronaca di un'ink..ata annunciata