INCUBO!!!
Prima ancora d’iniziare la rece mi scuso per i toni ma mi sto facendo violenza per non dire ciò che penso di questa storia con le parole e i modi che vorrei, spero di non contravvenire a troppe regole.
Cari colleghi, oggi ho avuto l’infausta idea di provare il CM come da titoli che non conoscevo e, a dirla tutta, non avevo neanche mai notato, nonostante in via Cornigliano ci passi praticamente tutti i giorni. Premetto che il CM in questione non è quello in corrispondenza dell’attraversamento pedonale fronte stazione FS ma sull’altro lato (lato mare), vicino al primo tabacchino andando verso il centro.
Esperienza a dir poco terribile, orribile.
Volendo a tutti i costi trovare qualcosa di positivo, posso solo dire di aver sperimentato per la prima volta nella mia lunga vita un’esperienza extracorporea, ossia, ad un certo punto non mi trovavo più nel mio corpo ma ero chissà dove pur di non essere lì.
Partiamo dall’inizio della vicenda: tarda mattina, suono e mi apre una china piccola, magra e col viso quadrato, età circa 35, fin qui nulla di strano. Mi dice subito “plego, in camela”, mi indica lo scannatoio, m’invita “plego, spogliale” e resta lì (boh?). Inizio la svestizione e non appena mi tolgo le scarpe dice “no, no, lì vicino vasca tuto bagnato!”, penso ma perché czz non c’hai asciugato Vabbè, mi sposto e mi chiede se voglio fare “una ola”, rispondo di sì e mi comunica “una ola tuto compleso 100 eulo”, strabuzzo gli occhi (i prezzi esposti erano i soliti) e le chiedo, allibito “tutto compreso cosa”, lei, vaghissima, mi risponde “misto cinese-giapponese e tailandese”, le rilancio un secco no, voglio un normalissimo massaggio. Colta in contropiede mi risponde con un “allola 80 eulo”, io, già mezzo incazzato ma ormai in mutande le propino un altro no, 70 euro e lei, impassibile mi dice “allola lomantico nolmale”.
Ma sì, vaffanculo, fammi ‘sto massaggio e non triturarmi più i coglioni, maledetto me!
E no, cala l’asso di denari e mi chiede pagamento anticipato come nei peggiori bordelli di Caracas, io sto per piangere mezzo nudo, poi trovo chissà dove un po’ di mascolino orgoglio, mi trattengo e pago con un forte senso di nausea, in seguito capirò purtroppo il perché dei soldi plima.
Mi stendo, lei si sistema in ginocchio a fianco a me (il lettino è largo), infilo la testa nel buco e vedo scatolette variopinte di chissà che, un ventilatore rotto e una radiolina senza coperchio delle pile, qui stava già per iniziare l’esperienza extracorporea… immediatamente mi sento rovesciare sulla schiena una secchiata d’olio (spero non fosse quello per compressori, magari esausto), cerco di dirle di non esagerare ma niente, ormai aveva già svuotato il secchio, qui sentivo il pizzicorino tipico dello spirito che cerca di allontanarsi dal corpo. Mi spara le mani addosso e le fa scorrere a velocità ipersonica dappertutto senza un minimo di logica, passando in un nanosecondo dalla spalla sinistra al tallone destro attraverso tutto ciò che sta nel mezzo, dopo circa undici secondi il processo di distacco dello spirito dal corpo era completo, io la definirei legittima difesa o istinto di sopravvivenza.
Dopo esattamente tredici minuti di supplizio (non scherzo, avevo guardato l’orologio, 13 minuti!!!) mi riporta nel mio corpo dicendo “gilale”, io, semincosciente, le dico che è presto ma lei ribatte “poi liplendiamo da schiena”. Mi giro e ricomincia il vorticare di mani ma stavolta è peggio ancora, molto, molto peggio: riprende un’interminabile offerta di upgrades, sempre senza specifiche ma con un generico “melio”, si parte da 150 (ma giuro, credetemi!!!) per scendere a 120, poi 100, poi di nuovo 150, vacca boia mi faceva proposte ogni 30 secondi in un continuo saliscendi, non ne potevo proprio più, il mio scroto aveva assunto forma e dimensioni di una palla da rugby, per ultimo mi spara “solo 50 in più di quello già dato, io fa sconto, tu simpatico”. Ora, io non sono Pitagora ma 70+50 lo so fare e simpatico una beata cippa, manco ti rispondevo più, deficiente. Resisto stoicamente ma sempre più scazzato, affranto, esausto, prego tutti i Santi del Paradiso affinché finisca presto, dopo 15 minuti si rassegna, dà supersonicamente fine ai giochi fottendosene della teoria della relatività e guardando un punto indefinito della parete davanti a sé, poi mi fa alzare senza nemmeno darmi un asciugamani per pulirmi.
Credetemi, rifuggo ogni forma di violenza, anche verbale, ma alla fine speravo comparisse all’improvviso l’Arcangelo Gabriele e con la sua spada infuocata la decapitasse.
Strappo un pezzo della carta dal lettino, mi cavo qualche litro d’olio di dosso e mi rivesto.
Guardo l’orologio: 40 minuti totali vestito-vestito ma non mi sogno nemmeno di pretendere i 20 mancanti, mi faccio fare la ricevuta fiscale (vaffanculo, almeno pagaci due tasse, stronza!), mi faccio dare un bigliettino per non sbagliare gli estremi della rece e fuggo come un Frecciarossa.
Carissimi, nonostante la descrizione colorita, vi assicuro che è stato davvero un incubo, spero che qualcuno legga la rece, prima di andarci.
70 euro buttati nel cesso, anzi peggio, li avessi buttati lì forse mi sarebbe dispiaciuto meno.
Qualcuno dirà perché non me ne sono andato prima, semplice: avevo già pagato, ero nudo come un verme e comunque non sono il tipo, ognuno è fatto a modo suo ma a volte vorrei proprio non essere così rispettoso e pacifista………
Alla prossima, miei cari, sperando in meglio.
Prima ancora d’iniziare la rece mi scuso per i toni ma mi sto facendo violenza per non dire ciò che penso di questa storia con le parole e i modi che vorrei, spero di non contravvenire a troppe regole.
Cari colleghi, oggi ho avuto l’infausta idea di provare il CM come da titoli che non conoscevo e, a dirla tutta, non avevo neanche mai notato, nonostante in via Cornigliano ci passi praticamente tutti i giorni. Premetto che il CM in questione non è quello in corrispondenza dell’attraversamento pedonale fronte stazione FS ma sull’altro lato (lato mare), vicino al primo tabacchino andando verso il centro.
Esperienza a dir poco terribile, orribile.
Volendo a tutti i costi trovare qualcosa di positivo, posso solo dire di aver sperimentato per la prima volta nella mia lunga vita un’esperienza extracorporea, ossia, ad un certo punto non mi trovavo più nel mio corpo ma ero chissà dove pur di non essere lì.
Partiamo dall’inizio della vicenda: tarda mattina, suono e mi apre una china piccola, magra e col viso quadrato, età circa 35, fin qui nulla di strano. Mi dice subito “plego, in camela”, mi indica lo scannatoio, m’invita “plego, spogliale” e resta lì (boh?). Inizio la svestizione e non appena mi tolgo le scarpe dice “no, no, lì vicino vasca tuto bagnato!”, penso ma perché czz non c’hai asciugato Vabbè, mi sposto e mi chiede se voglio fare “una ola”, rispondo di sì e mi comunica “una ola tuto compleso 100 eulo”, strabuzzo gli occhi (i prezzi esposti erano i soliti) e le chiedo, allibito “tutto compreso cosa”, lei, vaghissima, mi risponde “misto cinese-giapponese e tailandese”, le rilancio un secco no, voglio un normalissimo massaggio. Colta in contropiede mi risponde con un “allola 80 eulo”, io, già mezzo incazzato ma ormai in mutande le propino un altro no, 70 euro e lei, impassibile mi dice “allola lomantico nolmale”.
Ma sì, vaffanculo, fammi ‘sto massaggio e non triturarmi più i coglioni, maledetto me!
E no, cala l’asso di denari e mi chiede pagamento anticipato come nei peggiori bordelli di Caracas, io sto per piangere mezzo nudo, poi trovo chissà dove un po’ di mascolino orgoglio, mi trattengo e pago con un forte senso di nausea, in seguito capirò purtroppo il perché dei soldi plima.
Mi stendo, lei si sistema in ginocchio a fianco a me (il lettino è largo), infilo la testa nel buco e vedo scatolette variopinte di chissà che, un ventilatore rotto e una radiolina senza coperchio delle pile, qui stava già per iniziare l’esperienza extracorporea… immediatamente mi sento rovesciare sulla schiena una secchiata d’olio (spero non fosse quello per compressori, magari esausto), cerco di dirle di non esagerare ma niente, ormai aveva già svuotato il secchio, qui sentivo il pizzicorino tipico dello spirito che cerca di allontanarsi dal corpo. Mi spara le mani addosso e le fa scorrere a velocità ipersonica dappertutto senza un minimo di logica, passando in un nanosecondo dalla spalla sinistra al tallone destro attraverso tutto ciò che sta nel mezzo, dopo circa undici secondi il processo di distacco dello spirito dal corpo era completo, io la definirei legittima difesa o istinto di sopravvivenza.
Dopo esattamente tredici minuti di supplizio (non scherzo, avevo guardato l’orologio, 13 minuti!!!) mi riporta nel mio corpo dicendo “gilale”, io, semincosciente, le dico che è presto ma lei ribatte “poi liplendiamo da schiena”. Mi giro e ricomincia il vorticare di mani ma stavolta è peggio ancora, molto, molto peggio: riprende un’interminabile offerta di upgrades, sempre senza specifiche ma con un generico “melio”, si parte da 150 (ma giuro, credetemi!!!) per scendere a 120, poi 100, poi di nuovo 150, vacca boia mi faceva proposte ogni 30 secondi in un continuo saliscendi, non ne potevo proprio più, il mio scroto aveva assunto forma e dimensioni di una palla da rugby, per ultimo mi spara “solo 50 in più di quello già dato, io fa sconto, tu simpatico”. Ora, io non sono Pitagora ma 70+50 lo so fare e simpatico una beata cippa, manco ti rispondevo più, deficiente. Resisto stoicamente ma sempre più scazzato, affranto, esausto, prego tutti i Santi del Paradiso affinché finisca presto, dopo 15 minuti si rassegna, dà supersonicamente fine ai giochi fottendosene della teoria della relatività e guardando un punto indefinito della parete davanti a sé, poi mi fa alzare senza nemmeno darmi un asciugamani per pulirmi.
Credetemi, rifuggo ogni forma di violenza, anche verbale, ma alla fine speravo comparisse all’improvviso l’Arcangelo Gabriele e con la sua spada infuocata la decapitasse.
Strappo un pezzo della carta dal lettino, mi cavo qualche litro d’olio di dosso e mi rivesto.
Guardo l’orologio: 40 minuti totali vestito-vestito ma non mi sogno nemmeno di pretendere i 20 mancanti, mi faccio fare la ricevuta fiscale (vaffanculo, almeno pagaci due tasse, stronza!), mi faccio dare un bigliettino per non sbagliare gli estremi della rece e fuggo come un Frecciarossa.
Carissimi, nonostante la descrizione colorita, vi assicuro che è stato davvero un incubo, spero che qualcuno legga la rece, prima di andarci.
70 euro buttati nel cesso, anzi peggio, li avessi buttati lì forse mi sarebbe dispiaciuto meno.
Qualcuno dirà perché non me ne sono andato prima, semplice: avevo già pagato, ero nudo come un verme e comunque non sono il tipo, ognuno è fatto a modo suo ma a volte vorrei proprio non essere così rispettoso e pacifista………
Alla prossima, miei cari, sperando in meglio.