Roma, si fingeva un Casamonica e ricattava clienti su siti a luci rosse: «Pagate o dirò tutto ai vostri parenti»

Roma, si fingeva un Casamonica e ricattava clienti su siti a luci rosse: «Pagate o dirò tutto ai vostri parenti»
Si presentava al telefono spacciandosi per un Casamonica e minacciando di rivelare a moglie e compagne gli appuntamenti concordati on line da aspiranti clienti delle escort che...

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Si presentava al telefono spacciandosi per un Casamonica e minacciando di rivelare a moglie e compagne gli appuntamenti concordati on line da aspiranti clienti delle escort che pubblicano i propri annunci sul sito «Bakeka Incontri». Molti, tra i quali un docente dell'univesità La Sapienza, accettavano di pagare con versamenti che arrivavano fino a cinquemila euro. Ieri, presso il carcere di Regina Coeli, i carabinieri della Stazione San Giovanni hanno notificato ad un uomo di origini calabresi, di 29 anni, già detenuto in carcere per il medesimo reato, un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, perché ritenuto responsabile di un'altra serie di estorsioni continuate.


La tecnica, ricostruita dagli uomini dell'Arma e dal procuratore aggiunto Lucia Lotti, era collaudata. Valerio Mollo aveva creato alcuni falsi profili di escort su diversi siti di incontri on-line dove indicava un numero di telefono e a cui gli uomini interessati potevano inviare messaggi tramite Whatsapp. Quando qualcuno rinunciava all'appuntamento, scattava la trappola. L'uomo richiamava gli ignari interessati clienti, accusandoli di aver fatto perdere tempo alle fantomatiche ragazze che si prostituivano e, spacciandosi per appartenente al noto clan dei Casamonica, (a volte per Guerino latitante in quello stesso periodo a volte per tale Maurizio Casamonica). Minacciava le vittime - che solo dopo ammettevano di aver riconosciuto un accento «meridionale» - asserendo che il sito di incontri visitato era di «sua proprietà e della sua famiglia», e pretendendo il risarcimento.

UN PROF HA PAGATO
Le sei vittime in questione, condizionate dal nome Casamonica e dalla minaccia di rivelare le conversazioni imbarazzanti alle mogli ed alle fidanzate, si sono tutte convinte a pagare. Il docente della Sapienza ha fatto un versamento da 2.800 euro per evitare che le sue frequentazioni fossero «svelate nell'ambiente di lavoro». Chi aveva moglie e figli riceveva le minacce peggiori. «Ti rendi conto del danno che hai procurato a queste madri di famiglia?», e: «Tu non ti rendi conto di cosa siamo capaci, adesso ci penso io a tua moglie, conosci il nome Casamonica, sai cosa sono capaci di fare i Casamonica a te e alla tua famiglia?».

GLI ALTRI CASI

Il pagamento veniva effettuato su carte ricaricabili che da accertamenti sono risultate riconducibili a Mollo. Anche l'utenza telefonica utilizzata per compiere le minacce, estrapolata dai tabulati telefonici, è risultata intestata a lui. I militari hanno accertato, confrontando la cella che agganciava il suo cellulare, durante le chiamate effettuate alle vittime, era situata a poche centinaia di metri dalla sua abitazione, dove nel periodo indicato si trovava agli arresti domiciliari per analoghi fatti. I casi di estorsione scoperti sono 6 e vanno ad aggiungersi ai 10 scoperti lo scorso luglio del 2017 dai Carabinieri della Compagnia Roma Trionfale, anche se gli inquirenti sospettano che ci siano altre vittime cadute nella rete criminale dell'estorsore.
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Il Messaggero