Ciao enzo
Grande Cunni!!!!
E se n'è andato anche lui.
Quando stamattina ho sentito la notizia alla radio il primo pensiero è stato: Vado sul forum e se nessuno ha aperto un topic su di lui, lo faccio io, lo intitolo "El purtava i scarp del tennis".
Naturalmente era improbabile che nessuno lo avesse già fatto.
Per chi ha da poco superato i 50 come me la scoperta di Enzo arrivò nel '68, con "Vengo anch'io, no tu no".
Un ritornello orecchiabile, irresistibile; per noi bambini che stavamo crescendo per strada, quando ciò era ancora possibile, capitava sempre durante l'arco della giornata che arrivasse la proposta: andiamo a giocare a figu, andiamo a giocare a pallone, andiamo a fare i dispetti alle femmine, andiamo...
E c'era sempre quello che diceva "Vengo anch'io!".
Non si aspettava altro, immancabilmente scattava il coro, vagamente crudele e derisorio: "No tu no".
Eravamo ancora ingenui, innocenti. Non eravamo in grado di capire il significato di quella canzone, ma ci sarebbe rimasto in mente il nome di Enzo, lo avremmo cercato crescendo, ne avremmo capito ed apprezzato le canzoni, i testi all'apparenza stralunati ed estrosi; lo avremmo amato, ricordando con un po' di vergogna l'uso che facevamo di quel ritornello così orecchiabile.
El purtava..., Faceva il palo, Silvano, Ci vuole orecchio, Ho visto un re, tutte, tutte le altre, compresa quel "Messico e nuvole", la faccia triste dell'America, che ancora oggi mi trovo a canticchiare in certi momenti anche sul lavoro, quando la malinconia mi prende, quando vorrei scappare, guardato con sospetto da chi mi è vicino, quelli che continuano a non capire...
Messico e nuvole, come in "Puerto Escondido" di Cacucci, scritta con il fratello dell'Avvocato, che per un torinese atipico come me è sempre stato il Paolo di Asti, mai il Gianni di Torino.
Che le nuvole del Messico ti sian dolce guanciale, Enzo.
Grazie Cunni
E se n'è andato anche lui.
Quando stamattina ho sentito la notizia alla radio il primo pensiero è stato: Vado sul forum e se nessuno ha aperto un topic su di lui, lo faccio io, lo intitolo "El purtava i scarp del tennis".
Naturalmente era improbabile che nessuno lo avesse già fatto.
Per chi ha da poco superato i 50 come me la scoperta di Enzo arrivò nel '68, con "Vengo anch'io, no tu no".
Un ritornello orecchiabile, irresistibile; per noi bambini che stavamo crescendo per strada, quando ciò era ancora possibile, capitava sempre durante l'arco della giornata che arrivasse la proposta: andiamo a giocare a figu, andiamo a giocare a pallone, andiamo a fare i dispetti alle femmine, andiamo...
E c'era sempre quello che diceva "Vengo anch'io!".
Non si aspettava altro, immancabilmente scattava il coro, vagamente crudele e derisorio: "No tu no".
Eravamo ancora ingenui, innocenti. Non eravamo in grado di capire il significato di quella canzone, ma ci sarebbe rimasto in mente il nome di Enzo, lo avremmo cercato crescendo, ne avremmo capito ed apprezzato le canzoni, i testi all'apparenza stralunati ed estrosi; lo avremmo amato, ricordando con un po' di vergogna l'uso che facevamo di quel ritornello così orecchiabile.
El purtava..., Faceva il palo, Silvano, Ci vuole orecchio, Ho visto un re, tutte, tutte le altre, compresa quel "Messico e nuvole", la faccia triste dell'America, che ancora oggi mi trovo a canticchiare in certi momenti anche sul lavoro, quando la malinconia mi prende, quando vorrei scappare, guardato con sospetto da chi mi è vicino, quelli che continuano a non capire...
Messico e nuvole, come in "Puerto Escondido" di Cacucci, scritta con il fratello dell'Avvocato, che per un torinese atipico come me è sempre stato il Paolo di Asti, mai il Gianni di Torino.
Che le nuvole del Messico ti sian dolce guanciale, Enzo.
Ah ma allora è vero che la gente lo prendeva poco sul serio come medico e non voleva farsi operare da lui ).
Mi viene in mente un racconto di mia mamma, che mi fece molti anni fa.
Mio nonno, suo padre, all'inizio della carriera di Jannacci fu ricoverato in ospedale a Milano per un'operazione. Il chirurgo era proprio Jannacci, che essendo all'inizio della sua carriera nello apettacolo faceva ancora il medico e di sera si esibiva nei locali di cabaret.
Mio nonno, visto e riconosciuto Jannacci, non voleva più farsi operare da lui, dicendo "adess vo via, me sa fo menga uperá da vun che va a fa il pirla in di locai".
Altri tempi...