Sono le 12:50 aspetto davanti all’ingresso fin quando non vedo avvicinarsi una donna, sui 40 anni circa, mi chiede qualcosa in tedesco, ovviamente non comprendo, ma è sembrato un invito ad entrare e così la seguo. Apre il cancelletto e successivamente la porta d’ingresso. In un timido inglese cerca di spiegarmi le regole della casa, permanenza di 2 ore 35 euro, tutta la giornata 50 euro. Verso le 50 euro e mi consegna un laccetto con la chiave dell’armadietto, decisamente ingombrante, non mi sognerei mai di metterlo al collo, quindi finirà nella tasca destra dell’accappatoi. Step successivo alla chiave, avvando di qualche metro, supero il muretto che delimita l’ingresso e mi trovo nella hall,
a destra una serie di mensole per gli accappatoi di colore verde con bordo bianco, più avanti gli armadietti in lamiera, abbastanza capienti e puliti, qui sono più realisti rispetto al Living Room e hanno realizzato circa una cinquantina di armadietti, e non oltre 300.
Mi attrae subito l’atmosfera da locale minore, con musica di sottofondo, niente schiamazzi e rumori di tacchi. Mi avvio per la doccia, ritornando nella hall e proseguendo nel corridoio, che apre a destra alla sala principale, di fronte al camerino delle girls, e a sinistra ai bagni/docce. Come si vede dalle foto i bagni sono un po’ vecchiotti, i sanitari datati e i lavandini idem, le docce molto spartane. Però la piastrella tura alterna inguardabili piastrelle bianche al colore rosso molto più gradevole. I bagni son puliti, ma soffrono un po’ l’età, il logorio potrebbe dare la sensazione di sporco. Al momento sono l’unico cliente e con assoluta calma padroneggio nei bagni, dove sono a disposizione anche degli asciugamani, del gel per capelli, e altri prodotti (non c’è il colluttorio). A dirla in breve sembra di entrare nel bagno di casa (della nonna), cambiano solo le dimensioni.
Ritorno negli spogliatoi per lasciare i miei prodotti di bellezza e mi armo per fare un piccolo servizio fotografico, giusto il minimo sindacale per rendere l’idea del locale. Intanto sono arrivati altri due clienti, poi un altro e un altro ancora, io sono pronto per entrare in sala, prima che lo facciano gli altri.
Proseguendo a destra un carrello con affettati, pane e contenitore per la zuppa, che fa da preludio ad un ingresso alla zona ristorante, una piccola sala con 4 tavolini collegata direttamente alla cucina, e fornita di un altro carrello con verdura, formaggi e frutta. Per la colazione c’è davvero tutto. Tornando alla sala, sull’altra destra prima di raggiungere il banco del bar ci sono le scale a chiocciola che portano ai piani alti, quelli delle camere. Infine il banco a 360°.circondato da sgabelli su tutti i lati. Tornando sul lato di dritta, c’è l’accesso alla parte esterna e una serie di divanetti, per concludere nell’angolo alto il frigo delle birre. Questa è la panoramica del locale, accogliente e ben fatto, un’atmosfera davvero superiore alle capacità di intrattenimento del locale, della serie ci si annoia in una bella atmosfera. Prendo una birra dal frigo e mi posiziono su un divanetto centrale, conto 3 ragazze che attraggono meno dell’idea di farsi una pippa. Meglio rifocillarsi e poi ragionare a stomaco pieno.
Mi dirigo alla sala ristorante, piattone di affettati, insalata e feta. Mentre consumo il mio pasto arriva una ragazza ancora vestita, giusto il tempo di sedersi per mordicchiare un panino, due sorrisini e via. Data la larghezza del sorriso, penso che non sia dello staff, ma abbia un ruolo più consono ai miei desideri. Mi conforta aver visto questo angioletto, allora anche questo locale può dire la sua, ma è presto per cantar vittoria. Il silenzio del ristorante è rotto dalla presenza di una TV LCD settata sul canale della Bundesliga, e dopo poco anche da un paio di orsi bianchi. Abbandono la posizione per un lavaggio denti e uno sganciamento missile. Al mio ritorno la situazione è migliorata, giusto per usare un eufemismo, e ogni tanto rispolverare le “figure retoriche”.
Ci sono altre due ragazze, ed una delle precedenti penso sia in camera. Ora una bionda, fisico nella media, non esile e non boiler, ma sodo e carnoso, siede al banco sorseggiando un the. Cattura la mia attenzione, tipici lineamenti dell’est, penso wild est, sarei combatto tra Ucraina e Russia. Nell’angolo opposto del bar, a smanettare i videopoker c’è una ragazza di colore. Appena mi vede lascia le machinette e si dirige verso i bagni, fornendomi opportunità per stilare un primo assessment, sedere alto e sodo, tipico della razza, fisico longilineo, potrebbe sembrare una figa, se poi non l’avessi guardata in faccia.
Mi è venuto subito un dubbio, avrà fatto uno scontro frontale con i trattori che ho visto nelle campagne limitrofe?!?! Non mi sembrava il caso di chiederglelo.
Mi siedo al banco vicino alla biondona per avere le idee più chiare, e mentre mi sto decidendo a fare il passo fondamentale vedo arrivare un’altra ragazza, aspetta aspetta aspetta, questa è la migliore (non ho detto che sia strafiga eh, solo migliore). Tracheggio e il risultato: la bionda sale in camera, e la moretta appena arrivata viene agganciata da un orso.
Ok Montello, per la prossima mezzora puoi continuare a trastullartelo.
Le altre presenze femminili cercano di attirare l’attenzione con sguardi e timidi gesti ma senza mai invadere la privacy. Ma la tipa del ristorante dove è finita?!?!? Non è possible che sia ancora negli spogliatoi. Senza pensarci un attimo vado dalla barista, che corrisponde alla signora della reception e le chiedo delucidazioni sulla ragazza: è uscita a fare delle commissioni e tornerà nel tardo pomeriggio (ma la domenica non doveva essere il giorno del dio dei puttanieri?!?! Ma dove è finito?!? Mi ha abbandonato?!?) sicuramente la solita fortuna prevede che la incrocerò all’uscita. La sensazione più brutta in un FKK è quella di dover guardare l’orologio, il tempo passa insesorabile quando ne hai poco come un macigno che preme sul ciccio, impaziente di inaugurare la domenica. Son le 14:30, ho a dispozione solo 2 ore e mezza, e per me sono un’inezza, un soffio di vento, un battito di ciglia, soprattutto nel timore che le più fighe possano arrivare per quell’ora, meglio se dopo la mia uscita.