avviso ai naviganti (se lo leggerete) state per leggere una "cretinata immane" senza alcuna pretesa letteraria, ho preso spunto (poco) da non ricordo quale libro, letto mesi fa ....
Il settimo baule
1. La terza guerra mondiale era appena finita (oppure non era nemmeno mai incominciata).
2. Nel cortile della vecchia scuola Algida, una vispa bimbetta di nove anni, giocava a palla.
3. La palla, lanciata sempre più lontano, finì dietro ad una siepe.
4. Quando Algida andò a recuperare la sua palla vide con stupore che dietro la siepe c’erano, perfettamente allineati, sette bauli.
5. Erano disposti, da sinistra verso destra, in ordine di grandezza, il primo era il più voluminoso.
6. Dopo qualche minuto di titubanza la bimbetta aprì il primo, era enorme e conteneva: una bicicletta pieghevole Graziella, un paio di pattini, due racchette da volano e un finto pupazzo di neve che aveva appuntato sul naso un sudicio biglietto su cui era scritto in stampatello &ldquoEVI APRIRE UN BAULE PER VOLTA E SOLTANTO UNO AL GIORNO ALTRIMENTI NON SI APRIRANNO, PUOI APRIRLI SOLTANTO TU”.
7. Algida, sia perché era una brava bambina ubbidiente, sia perché era contenta dei giochi che aveva trovato, decise di seguire alla lettera le istruzioni.
8. In quel momento arrivo sorridente e cantando una suora - “Signore sei Tu il mio Pastor, nulla mi può mancar nei tuoi pascoli …… “-, suor Adulteria (questo era il suo vero nome) cercò di convincere la bimbetta ad aderire alla sua congregazione religiosa che aveva di particolare l’obbligo ad assistere a due messe ogni giorno.
9. Algida fu categorica, disse alla suora che non aveva tempo per simili sciocchezze, disse di lasciarla giocare in pace altrimenti si sarebbe messa ad urlare, la suora si allontanò indispettita ed Algida torno alla sua abitazione con i giochi.
10. Il giorno successivo la bimbetta , dopo avere diligentemente fatto i compiti, tornò nel cortile della scuola ed aprì il secondo baule, delle dimensioni di un frigorifero, conteneva: quattro manichini delle sue dimensioni, completamente vestiti con abiti che erano tutti della sua misura.
11. Algida svestì con cura i manichini, ripose con cura gli abiti dentro la valigia, che era pure quella nel baule, e si avviò saltellando verso casa.
12. L’indomani si recò di nuovo nel cortile della scuola per aprire il terzo baule, era delle dimensioni di un grosso televisore e conteneva dodici paia di scarpe e, naturalmente , una valigia, Algida si provò tutte le scarpe, erano bellissime e le calzavano a pennello, ripose con cura le scatole nella valigia e le portò a casa.
13. Se vi state chiedendo come fece Algida a giustificare la provenienza di tutti quei giochi, vestiti e scarpe ai suoi genitori, ella disse che arano caduti da un camion in corsa, fu creduta perché i genitori sapevano che la bimbetta non raccontava mai bugie.
14. Il quarto giorno Algida andò di nuovo nel cortile della scuola per aprire il quarto baule, mentre era intenta nell’operazione, il baule era leggermente più piccolo del precedente ma si apriva con difficoltà, sopraggiunse un signore alto, magro e dall’aspetto cadaverico che le chiese: “Bambina sai dirmi dove abita il Professor Ingegner Nemo Rossi, sono un ispettore dell’agenzia delle entrate e devo andare a fargli visita per verificare che abbia pagato interamente le tasse – poi si accorse dei bauli – “ma cosa stai facendo, di chi sono quei bauli, non li avrai mica rubati?”, Algida, per niente intimorita dall’uomo-cadavere, gli urlò: “Vattene via subito oppure mi metto a gridare, chiamo la mia mamma e le dico che mi stavi molestando – ed aggiunse – la mia mamma è Primo Revisore Superiore dell’Agenzia delle Entrate, ti licenzierà e ti farà pure arrestare!”.
15. L’uomo-cadavere si spaventò a morte, le chiese scusa, si raccomandò di non dire niente alla sua mamma e corse via, la bimbetta poté finalmente dedicarsi all’apertura del quarto baule che conteneva: tutta la serie completa delle bambole Barbie con i relativi vestiti ed accessori, Algida ripose tutto con cura nella borsa rosa, che naturalmente era contenuta nel baule, e si avviò verso casa fischiettando.
16. Le scatole con le bambole e la borsa rosa, naturalmente erano cadute da un camion in corsa.
17. Il quinto giorno, sempre più curiosamente felice, Algida stava andando verso la scuola, non vedeva l’ora di aprire il quinto baule.
18. Mentre si incamminava incontrò una la sua compagna di classe Egeria, - “ Ciao, dove stai andando? Posso venire con te?” - , Algida le rispose “Certo che puoi venire, sto andando in chiesa per assistere a due messe”, Egeria “Ah, stavo dimenticando, devo andare a finire di fare i compiti”;
19. In realtà la compagna di classe fuggì inorridita dalla storia delle due messe, i suoi genitori erano romagnoli mangiapreti.
20. Il quinto baule, leggermente più piccolo del quarto, conteneva: pennelli di tutte le misure, tele, colori ad olio, acrilici e tempere, olio di lino, acqua ragia minerale ed un libro sull’espressionismo astratto e l’arte informale; Algida, felicissima (a lei piaceva molto dipingere ed era un’ammiratrice di Jackson Pollock) caricò il baule nel portapacchi della bicicletta marca Graziella e pedalò felice verso casa.
21. “Mamma, mammina, guarda cos’è caduto oggi da un altro camion in corsa!!”
22. Sesto giorno, sesto baule, contrattempo, fu fermata da Don Eligio, parroco del paese, un ometto piccolo, viscido, dal viso colore del travaso di bile (vomito), cattivissimo con i bambini che non frequentavano il catechismo e la messa - “Perché non hai voluto seguire suor Adulteria ed entrare nella nostra congregazione?? Piccolo mostro, andrai all’inferno e brucerai per tutta l’eternità”.
23. Algida, per nulla intimorita, si strappò la camicetta bianca (che era anche macchiata di rosso perché aveva appena dipinto una tela), estrasse velocemente il suo cellulare e chiamò il 112, dicendo che c’era un prete cattivo che aveva cercato di violentarle.
24. Due pattuglie di carabinieri, che erano nei pressi, intervennero immediatamente, bloccarono Don Egidio che stava ancora urlando “piccolo demonio”, lo ammanettarono e lo condussero direttamente in carcere.
25. Il prete dopo essere stato processato per direttissima (il giudice era il padre del fidanzatino di Algida) fu condannato a 16 anni di reclusione, senza condizionale ed è tutt’ora nel supercarcere di Aspra, quotidianamente viene torturato e sodomizzato dagli altri carcerati.
26. Nel frattempo Algida potè finalmente dedicarsi all’apertura del sesto baule, era delle dimensioni di una scatola da scarpe e conteneva quattro libri, elegantemente rilegati: I viaggi di Gulliver, L’albergo delle donne tristi, Vita e opere di Emanuele Kant e Il destino come scelta, c’era anche un logoro biglietto con su scritto in stampatello: “COME VEDI IL SETTIMO BAULE NON è ALTRO CHE UNA PICCOLA SCATOLA DI LATTA, CHIUSO CON UN ELASTICO, NON LO DEVI APRIRE MA DEVI ASPETTARE CHE L’ELASTICO SI ROMPA DA SOLO, COL PASSARE DEL TEMPO”.
27. Algida, perplessa ma ubbidiente, non toccò il settimo baule ma esaminò l’elastico, poi tornò a casa, saltò la cena ed andò a letto a leggere.
28. Dopo avere letto I viaggi di Gulliver, non aveva ancora sonno, un dubbio la tormentava: l’elastico, non era nuovo ma pareva abbastanza robusto, quindi si sarebbe potuto rompere dopo una settimana, dopo due mesi, dopo tre anni, dopo trent’anni due mesi e una settimana ……
29. Algida finalmente si addormentò e sogno elastici, orologi e calendari.
30. Il giorno seguente, dopo avere diligentemente fatto tutti i compiti, la bimbetta si mise intasca un temprino, inforcò la bici marca Graziella e si diresse decisa verso il cortile della scuola.
31. Estrasse dalla tasca il temperino, tagliò l’elastico, disubbidendo per la prima volta nella sua vita, ed aprì l’ultimo baule, la piccola scatola di latta.
32. Il settimo baule conteneva soltanto un logoro foglietto con su scritto in stampatello: “COME POTETE VEDERE NON OCCORE ASPETTARE PIU’ DI TRENT’ANNI PER RIUSCIRE A SCRIVERE UN BREVE RACCONTO”.
(aiuto)
Il luogo dove si semina la parola è il silenzio. Il silenzio è la lingua madre
Il settimo baule
1. La terza guerra mondiale era appena finita (oppure non era nemmeno mai incominciata).
2. Nel cortile della vecchia scuola Algida, una vispa bimbetta di nove anni, giocava a palla.
3. La palla, lanciata sempre più lontano, finì dietro ad una siepe.
4. Quando Algida andò a recuperare la sua palla vide con stupore che dietro la siepe c’erano, perfettamente allineati, sette bauli.
5. Erano disposti, da sinistra verso destra, in ordine di grandezza, il primo era il più voluminoso.
6. Dopo qualche minuto di titubanza la bimbetta aprì il primo, era enorme e conteneva: una bicicletta pieghevole Graziella, un paio di pattini, due racchette da volano e un finto pupazzo di neve che aveva appuntato sul naso un sudicio biglietto su cui era scritto in stampatello &ldquoEVI APRIRE UN BAULE PER VOLTA E SOLTANTO UNO AL GIORNO ALTRIMENTI NON SI APRIRANNO, PUOI APRIRLI SOLTANTO TU”.
7. Algida, sia perché era una brava bambina ubbidiente, sia perché era contenta dei giochi che aveva trovato, decise di seguire alla lettera le istruzioni.
8. In quel momento arrivo sorridente e cantando una suora - “Signore sei Tu il mio Pastor, nulla mi può mancar nei tuoi pascoli …… “-, suor Adulteria (questo era il suo vero nome) cercò di convincere la bimbetta ad aderire alla sua congregazione religiosa che aveva di particolare l’obbligo ad assistere a due messe ogni giorno.
9. Algida fu categorica, disse alla suora che non aveva tempo per simili sciocchezze, disse di lasciarla giocare in pace altrimenti si sarebbe messa ad urlare, la suora si allontanò indispettita ed Algida torno alla sua abitazione con i giochi.
10. Il giorno successivo la bimbetta , dopo avere diligentemente fatto i compiti, tornò nel cortile della scuola ed aprì il secondo baule, delle dimensioni di un frigorifero, conteneva: quattro manichini delle sue dimensioni, completamente vestiti con abiti che erano tutti della sua misura.
11. Algida svestì con cura i manichini, ripose con cura gli abiti dentro la valigia, che era pure quella nel baule, e si avviò saltellando verso casa.
12. L’indomani si recò di nuovo nel cortile della scuola per aprire il terzo baule, era delle dimensioni di un grosso televisore e conteneva dodici paia di scarpe e, naturalmente , una valigia, Algida si provò tutte le scarpe, erano bellissime e le calzavano a pennello, ripose con cura le scatole nella valigia e le portò a casa.
13. Se vi state chiedendo come fece Algida a giustificare la provenienza di tutti quei giochi, vestiti e scarpe ai suoi genitori, ella disse che arano caduti da un camion in corsa, fu creduta perché i genitori sapevano che la bimbetta non raccontava mai bugie.
14. Il quarto giorno Algida andò di nuovo nel cortile della scuola per aprire il quarto baule, mentre era intenta nell’operazione, il baule era leggermente più piccolo del precedente ma si apriva con difficoltà, sopraggiunse un signore alto, magro e dall’aspetto cadaverico che le chiese: “Bambina sai dirmi dove abita il Professor Ingegner Nemo Rossi, sono un ispettore dell’agenzia delle entrate e devo andare a fargli visita per verificare che abbia pagato interamente le tasse – poi si accorse dei bauli – “ma cosa stai facendo, di chi sono quei bauli, non li avrai mica rubati?”, Algida, per niente intimorita dall’uomo-cadavere, gli urlò: “Vattene via subito oppure mi metto a gridare, chiamo la mia mamma e le dico che mi stavi molestando – ed aggiunse – la mia mamma è Primo Revisore Superiore dell’Agenzia delle Entrate, ti licenzierà e ti farà pure arrestare!”.
15. L’uomo-cadavere si spaventò a morte, le chiese scusa, si raccomandò di non dire niente alla sua mamma e corse via, la bimbetta poté finalmente dedicarsi all’apertura del quarto baule che conteneva: tutta la serie completa delle bambole Barbie con i relativi vestiti ed accessori, Algida ripose tutto con cura nella borsa rosa, che naturalmente era contenuta nel baule, e si avviò verso casa fischiettando.
16. Le scatole con le bambole e la borsa rosa, naturalmente erano cadute da un camion in corsa.
17. Il quinto giorno, sempre più curiosamente felice, Algida stava andando verso la scuola, non vedeva l’ora di aprire il quinto baule.
18. Mentre si incamminava incontrò una la sua compagna di classe Egeria, - “ Ciao, dove stai andando? Posso venire con te?” - , Algida le rispose “Certo che puoi venire, sto andando in chiesa per assistere a due messe”, Egeria “Ah, stavo dimenticando, devo andare a finire di fare i compiti”;
19. In realtà la compagna di classe fuggì inorridita dalla storia delle due messe, i suoi genitori erano romagnoli mangiapreti.
20. Il quinto baule, leggermente più piccolo del quarto, conteneva: pennelli di tutte le misure, tele, colori ad olio, acrilici e tempere, olio di lino, acqua ragia minerale ed un libro sull’espressionismo astratto e l’arte informale; Algida, felicissima (a lei piaceva molto dipingere ed era un’ammiratrice di Jackson Pollock) caricò il baule nel portapacchi della bicicletta marca Graziella e pedalò felice verso casa.
21. “Mamma, mammina, guarda cos’è caduto oggi da un altro camion in corsa!!”
22. Sesto giorno, sesto baule, contrattempo, fu fermata da Don Eligio, parroco del paese, un ometto piccolo, viscido, dal viso colore del travaso di bile (vomito), cattivissimo con i bambini che non frequentavano il catechismo e la messa - “Perché non hai voluto seguire suor Adulteria ed entrare nella nostra congregazione?? Piccolo mostro, andrai all’inferno e brucerai per tutta l’eternità”.
23. Algida, per nulla intimorita, si strappò la camicetta bianca (che era anche macchiata di rosso perché aveva appena dipinto una tela), estrasse velocemente il suo cellulare e chiamò il 112, dicendo che c’era un prete cattivo che aveva cercato di violentarle.
24. Due pattuglie di carabinieri, che erano nei pressi, intervennero immediatamente, bloccarono Don Egidio che stava ancora urlando “piccolo demonio”, lo ammanettarono e lo condussero direttamente in carcere.
25. Il prete dopo essere stato processato per direttissima (il giudice era il padre del fidanzatino di Algida) fu condannato a 16 anni di reclusione, senza condizionale ed è tutt’ora nel supercarcere di Aspra, quotidianamente viene torturato e sodomizzato dagli altri carcerati.
26. Nel frattempo Algida potè finalmente dedicarsi all’apertura del sesto baule, era delle dimensioni di una scatola da scarpe e conteneva quattro libri, elegantemente rilegati: I viaggi di Gulliver, L’albergo delle donne tristi, Vita e opere di Emanuele Kant e Il destino come scelta, c’era anche un logoro biglietto con su scritto in stampatello: “COME VEDI IL SETTIMO BAULE NON è ALTRO CHE UNA PICCOLA SCATOLA DI LATTA, CHIUSO CON UN ELASTICO, NON LO DEVI APRIRE MA DEVI ASPETTARE CHE L’ELASTICO SI ROMPA DA SOLO, COL PASSARE DEL TEMPO”.
27. Algida, perplessa ma ubbidiente, non toccò il settimo baule ma esaminò l’elastico, poi tornò a casa, saltò la cena ed andò a letto a leggere.
28. Dopo avere letto I viaggi di Gulliver, non aveva ancora sonno, un dubbio la tormentava: l’elastico, non era nuovo ma pareva abbastanza robusto, quindi si sarebbe potuto rompere dopo una settimana, dopo due mesi, dopo tre anni, dopo trent’anni due mesi e una settimana ……
29. Algida finalmente si addormentò e sogno elastici, orologi e calendari.
30. Il giorno seguente, dopo avere diligentemente fatto tutti i compiti, la bimbetta si mise intasca un temprino, inforcò la bici marca Graziella e si diresse decisa verso il cortile della scuola.
31. Estrasse dalla tasca il temperino, tagliò l’elastico, disubbidendo per la prima volta nella sua vita, ed aprì l’ultimo baule, la piccola scatola di latta.
32. Il settimo baule conteneva soltanto un logoro foglietto con su scritto in stampatello: “COME POTETE VEDERE NON OCCORE ASPETTARE PIU’ DI TRENT’ANNI PER RIUSCIRE A SCRIVERE UN BREVE RACCONTO”.
(aiuto)
Il luogo dove si semina la parola è il silenzio. Il silenzio è la lingua madre