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malkmus
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Week end '96 - parte 2 -

La radisveglia parte alle sette e quarantacinque ed e' sintonizzata sul giornale radio ad un volume che definirei cortese.
A volte lo speaker trasmette buone notizie, ingentiliscono l'umore, ultimamente mi informa che il dollaro sbrana la liretta, per non parlare delle sterline con le quali tratto per i pagamenti dei dischi e i cd d'importazione britannica. In quel caso l'indole vira subito al bluette.
Faccio una doccia con temperatura proporzionalmente decrescente : non mi ritrovo con chi dichiara di buttarsi sotto docce gelate per rinfrancare e tonificare il fisico.
Preparo un caffe' all'americana come il soggiorno che mi circonda.
Mentre lo sorseggio guardo attorno e un moto di soddisfazione mi concilia. I colori dell'arredamento, insoliti ma distensivi, incorporano facilmente i quadri appesi ai muri. Osservo un opera di Enrico Lombardi e la sua marrone geometricita' si combina piacevolmente con il rosso design della poltrona Ikea scelta con Marta... Parte un inconscio lamento.
Perche'? Perche' non mi chiama ?... Uffffff... Sara' meglio uscire.

Anche oggi giornata calda e immagino virera' sul soffocante . Umida, come si dice.
Nel tragitto verso il negozio di dischi comincio a pensare alle opportune modalita' di avvicinamento e conoscenza di sorella lattaia...
Lo faccio per distrarmi ?...
Mi chiedo il motivo del suo modo “stringato” di usare le parole e di come eventualmente affrontarlo.
Poi rifletto sulla mia necessita' di pensare ad altre donne nelle circostanze in cui sto per invischiarmi con una di loro in particolare.
Il pensiero mi disturba, me lo vieto rapidamente.
Provo a godermi la moto attraversando una citta' semivuota sporadicamente priva del solito traffico e del suo malcelato nervosismo.
Mi compiaccio di questa transitoria civilta' urbana e fatico meno nel sollevare la serranda del locale una volta sul posto .
Convivo col solito doloretto alla schiena.
Entro , accendo le luci , avvio le pale dei rotori sul soffitto con un comando manuale e manualmente aziono l'impianto stereo e sintonizzo una radio con frequenza potabile.
Non e' che ce ne siano tante. Dilagante ormai la commercializzazione musicale.
Per ascoltare musica non marchettata cerco l'ago nel pagliaro, o era pagliaio ?
Telefono all'unico bar aperto in zona ed ordino brioche e latte macchiato, freddo.
Latte macchiato.
Latte.
Lattaia.
Riprendo i ragionamenti sulla figura piuttosto attraente della giovanotta.
Si affacciano subito i pensieri su Marta, quasi le due cose fossero legate.
Come se questi fossero gelosi dell'interesse che posso nutrire per un altra ragazza.
Li scaccio agendo ed affacciandomi in strada da dove godo di vista parziale sul mercato rionale e lateralmente sul banco gestito dai germani.
Se faccio due passi riesco a controllare parzialmente chi transita dal mininegozio.
Appronto una tattica che prevede l'assenza del fratello . Luca o Stefano ? Non ricordo bene... Provo a immaginare e pianificare dove dirigere l'eventuale conversazione con la sorella , che constato non ricordo neppure come si chiama!
Incredulo rientro nel locale lasciando aperto l'ingresso e comincio a scartabellare e dividere i dischi da rendere; mi scopro saettare occhiate verso l'esterno.
Di clienti nemmeno l'ombra che pure sarebbe gradita...
Arriva la colazione , e con la scusa delle banconote intere rimando il barman ad un successivo passaggio e dopo un po mi allontano per cambiarle . "Torno subito" .

Mi avvio al mercato rionale dove alcuni banchi sono chiusi per ferie, di sottecchi controllo la zona che mi interessa e noto che la rivenditrice di latte non e' presente.
Risolvo il cambio denaro con l'ausilio di un altro banconiere disposto lateralmente.
Rientro nel mio locale.
Scorre il tempo nel lavoro quotidiano . Pochissimi visitatori .
Di tanto in tanto cerco di avvistare i movimenti della zona controllata e provo a rilassarmi introducendo nel cd i cinquanta e passa minuti di Empaty, sottostimato disco dei Mandalay.
Fuori, immagino la canicola arroventare la casupola metallica che ospita il bancone dei due ragazzotti e finalmente annoto l'uscita di fratello Stefano o Luca...?
Il mio negozio in questo momento e' vuoto ed io posso strategicamente collocare il mio torno subito sulla maniglia interna dell'ingresso.
Attraverso la strada col battito un poco accelarato non dallo sforzo.
Tergiverso vicino ad altri banchi aspettando lo smembramento di pochi clienti.
E’ il mio turno. Sorridi France'...
Esordisco con il miglior ciao pronunciabile.
-Ciao!-
Risponde salutandomi con un espressione sorpresa e una tonalita' di voce che mi spiazza.
-Dimmi- Aggiunge gracchiando.
Forse era meglio bere un paio di Elephant prima di comparire.
-Come va?- le chiedo scontato – cosa avete fatto poi ieri sera? -.
-Bah, niente di particolare, c'era anche Gigi che ha vinto due milioni al gratta&vinci e alla fine siamo andati in un pub per festeggiare…- Praticamente cigola con un tono di confidenza inatteso ma nello stesso tempo registro il motivo della sua scarsa loquacita'.
Emette, e' il caso di dire, una voce davvero sgradevole ; sembra la strega cattiva dei cartoni animati. Netto il contrasto con la sua armoniosa fisicita' .
Quasi un ossimoro. Si scusa per aver introdotto nel dialogo rendiconti di persone che io non conosco.
-Non fa nulla- Dico io e mi costringo a sostenere un breve colloquio manieristico, scegliendo discorsi che vanno dalla meteorologia al deserto di clienti materializzatosi attorno a noi.
L'ultima questione sembra stimolarla e mi confida lamentele sulla carenza delle sue ferie e la pesantezza del suo provvisorio lavoro.
Improvvisamente vira d'argomento chiedendomi come procede la mia attivita'da musicologo. Cosi' mi definisce.
Rispondo a monosillabi sforzandomi di superare il confronto col suo fonema che vi assicuro e' spiazzante quantunque la conversazione fluisca verso una inaspettata condivisione di alcuni gusti musicali. Mi chiedo l'eta' della fanciulla.
Mi permetto di invitarla se vorra', ad ascoltare qualche buon vinile nel mio negozio piu' o meno di fronte, quando :“cosi' vorrai disporre di parte del tuo libero tempo”.
Lei si mostra interessata curiosa e sorridente ma io ascoltandola gracchiare, nel suo camice semistinto, con il suo tono stridulo e afono al tempo stesso , mi sconforto gradualmente.
Poi, inaspettatamente , assieme all'arrivo di altri clienti, mi convoca in serata dopo le 23 in piazza, o perlomeno mi informa che la sua combriccola si raduna limitrofamente a questo piazzale . Resto sospeso nelle parole e nei fatti mi allontano salutando e paventando l'eventuale possibilita' di un giro in moto per lei e il fratellone a scelta...

Tornando verso il mio locale ricordo di non essermi presentato e allego la sensazione al sottile e imprevisto disinteresse che sto avvertendo.
Valuto quanto possa influire una deficienza nell'attrazione che si puo' nutrire per una persona.
Scolloco il torno subito dalla maniglia una volta entrato e ritorno in me stesso, in parte rinfrancato dall’aria smossa dalle pale del ventilatore sul soffitto .
Riconsidero il disinteresse e non mi nascondo la reale motivazione della sensazione. Non voglio arrendermi al pensiero di essere condizionato da Marta...
Fortunatamente entra un cliente interrompendo il monologo mentale e poco dopo ci sto ingaggiando una lotta: e' profondamente amareggiato e sorpreso per il mancato reperimento dell'ultimo di Venditti !
No cacchio, Venditti non ce l'ho e nemmeno ce l'avro' mai, ma questo lo tengo per me; al seccatore do appuntamnto a settembre , qualora vorra' ancora avvalersi delle disponibilita' del nostro negozio , poi mi avvedo che l'orario di chiusura e' arrivato da qualche minuto.
L'accorgimento mi permette di congedare il seccatore. Lo chiudo praticamente fuori.
Esco dal negozio sotto un opprimente calura, sveltisco le operazioni di partenza con la moto scartando a malapena il solito gatto invadente .
Costeggio il mercatino di piazza a velocita' di crociera.
Do' un occhiata attorno in cerca di un saluto.
Non incrocio nessuno.
Incrocio uno spasmo di appetito e m'indirizzo verso una conosciuta vicina tavola calda:s'e' fatto tardi e non ho voglia di pranzare da solo a casa.
Riconsidero la scarsissima affluenza di stamane .
Oggi e' sabato, 11 agosto : ma davvero penso che a Roma, a parte i Vendittiani, ci sia qualcuno che sta cercando discografia underground ?
Decido la serrata pomeridiana.
Provo subito un moto di sollievo e prevedo un bel pomeriggio di riposo musicale mentre il racchettone impazza sul litorale laziale.
Mi allontano sempre piu' dall'idea di raggiungere il mio parentado, oppure Claudio.
Tutta gente piu' o meno dovutamente felice.
Pensare che proprio con Claudio avevamo ipotizzato un pranzo trash di ferragosto: tutti insieme appassionatamente, stretti e attaccati col sudore al vicino d’ombrellone, accomunati da nuvole di fritto di pesce, violati e stracotti dal solleone ferragostano quello delle due di pomeriggio quello impietoso; in faccia creme protezione 30 e sempre senza rispetto del vicino d’asciugamano, sghignazzando e rincorrendosi con una busta o un palloncino pieno d'acqua nelle mani, sollevando turbini di sabbia che atterrano su schiene pance e facce sudaticce...
Insomma… Ecco descritto rapidamente quel che vi aspetta su una qualunque spiaggia poco distante da Roma nel giorno di ferragosto all'ora di pranzo !
Amaramente, senza difese, ricordo e propendo per una ipotetica serata con i fratelli mercatino; mi spensiero dalla ferragostana idea trash.

Mangio seduto nella tavola calda semivuota senza fretta ne' angustie osservo il locale attorno a me e improvvisamente mi rivedo nei panni delle figure di alcune opere di Vespignani: descrive perfettamente quest'atmosfera un po triste e assorta di chi pranza da solo in questi luoghi.
E' da poco che mi sono avvicinato all'arte contemporanea ed ho lo spirito del cercatore d'oro.
Sono andato per musei fin da ragazzo: l'arte, tutta e specialmente quella pittorica, mi e' sempre piaciuta tanto ed ero quasi emarginato dagli amici quando cercavo di convincerli a passar le vacanze a Madrid per visitare il Prado e godermi gli spigoli di Picasso piuttosto che a Riccione... Sorrido al ricordo .
Credevo fosse impossibile comprare opere di autori affermati e infatti per me lo e', ma da quando ho conosciuto un collezionista poi divenuto amico, m'ha dischiuso un mondo di artisti semisconosciuti e piu' o meno affermati coi quali ho riempito velocemente il mio livello di interesse e di emozioni e la passione e' andata crescendo, proporzionalmente agli acquisti che mi posso permettere.
A volte fatico a controllarmi.
Certo non posso concedermi un olio di Vespignani e forse non lo potro' mai, ma una sua litografia ho scoperto essere alla portata delle mie tasche.
Comunque parliamo sempre di alcune centinaia di migliaia di lirette e il sacrificio va mediato con le possibilita' personali e di prospettive.
In questo periodo solitario risparmio con le donne ma spendo con viaggi dischi e quadri...
Addento l'ultimo boccone di un supplì al telefono ed estraggo il cellulare dalla tasca dei jeans: e' acceso e desolatamente muto... Finisco la mia birra.

Torno a casa sazio e insonnolito.
Trovo caldo bestiale nell'appartamento residenziale.
Apro tutte le finestre e cerco di creare una corrente d'aria lasciando aperta pure la porta d'ingresso .
Dispongo il ventilatore sul tavolino davanti al divano e l'oriento fisso sul mio corpo sbracato e semisvestito .
Aspetto una telefonata.
Controllo le tacche di ricezione: quattro. A tutto campo direi , come una squadra allenata da Sacchi.
Appoggio il cellulare sul tavolino fra le riviste di musica e d'arte e vengo invaso dal sonno postprandiale .
Protendo un braccio per chiudere la porta.
Sono assalito da brani di sonno popolato da sogni smozzicati .
Risveglio intorpidito fastidioso ed accaldato intorno al collo.
Ricontrollo le tacche: ancora quattro. Visore vuoto di chiamate.
Accendo la tele, poi la spengo smontato dal deserto dei programmi .
Rimpiango la play dual shock regalata al nipotino . Provo con lo stereo. Scelgo Solitude, chissa’ com’e’, raccolta dei The The .
Iniziando ad ascoltarlo mi torna in mente che son passati anni dal loro ultimo album, tra l'altro di cover di Hank Williams, e mi domando cosa diamine stara' facendo Matt Jhonson e cosa aspetta a sfornare un altra Helpline operator, della quale in questo momento avrei davvero bisogno!
Ma si sparisce cosi'? Ci si assenta senza lasciar traccia ? Senza minime notizie ? Chesso' un avvistamento in un villaggio tibetano...
Senza un email , senza un recapito telefonico , senza possibilita' di rintracciarla… Sempre aspettando una sua telefonata, perche' cosi' eravamo d'accordo...
Ricontrollo le tacche : ancora quattro. Stolidamente quattro .
Pero' no ! Basta !
Caccio il pensiero fisso tentando l'organizzazione mentale dell'imminente serata .
Fatico a tracciare anche solo un obiettivo.
Frattanto il ventilatore fa il suo mestiere ma non mi suggerisce l'impostazione da assumere per le mie perplessita' e indecisioni.
In fondo sto attribuendo a una sorprendente, piacevole e davvero bella serata passata con Marta, fino ad allora un amica, una valenza che non dovrei permettermi .
Non tollero questa ingerenza !
E' infantile , puerile ; e mentalmente patologica .
A stento ritorno a immaginare le potenzialita' che mi offrono le prossime ore, il week end e le meritate ferie. Bah…
Riesco ad alzarmi per preparare una decente cenetta intima tra me e me medesimo.
Sostituisco i The The e mi gratifico con il primo e purtroppo unico disco dei Portishead.
Mi accendo una sigaretta e assorbo Dummy in una lenta spirale avvolgente .
Il disco suona cosi' esclusivo eppure spontaneo e stimolante .
In fondo non e' grave che la gente non si accorga dei bei dischi , questo non li rende certo meno belli. Giustamente piu' preziosi per chi li conosce .
In classifica ci va Nek , ai Portishead lasciano lo sfondo dei migliori spot commerciali televisivi.Voglio smettere di consigliarli . Smettere di condividerli.

Nel frattempo s'e' fatta ora di cena davanti allo schermo acceso.
Ho deciso: mi faro' “vedere in piazza” . Restero’ in citta’.
Telefono a familiari e amici per comunicare la mia decisione.
Nessuno sembra prenderla bene . Sorrido pensando che almeno laggiu' qualcuno mi ama...
Preparo una rapida cena e bevo birra ghiacciata, molta . Termino con un bicchiere colmo di amaro Lucano freddo .
Effetto serra nel mio stomaco .
Passo sotto la doccia, m'inondo di vetiver, filo interdentale e profilattico in tasca che non si sa mai.
Sbircio il grande, tondo orologio da muro che segna le 22 e 40.

Nottata fresca rispetto all'afa quotidiana e sulla moto l'aria schiarisce le idee come capita spesso. Adesso so cosa fare . Ma il telefono non suona ...
Suona invece un imbecille attaccato alla mia ruota posteriore .
E' trascorso un nanosecondo da quando e' scattato il verde e gia' sta con la mano sul clacson neanche fossimo a un telequiz .
Mi volto stranito, e invece non e' un imbecille (o forse si) e' Luca (?) il banconiere con sorella lattaia sul sedile laterale, o almeno cosi' mi pare .

"Quanto e' sconvolgente il desiderio. E' un diavolo che non dorme mai." H.K.
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