ESTATE ROMANA 1996 - Un week end - parte 1 -
I soliti pensieri degli ultimi giorni si affacciano come una curiosa da un balcone al sentore di uno schiamazzo. All'esterno la canicola cittadina ti si appiccica addosso pure all'ora del tramonto e nonostante sia spossato dall'afa e dalla giornataccia, il cervello e’ bello sveglio,s’avvita e si contorce facendomi domande irritanti.
Quando l'assenza di una persona e di quello che rappresenta comincia a impossessarsi di quasi tutta la vostra capacita' mentale, si entra in una sorta di assillo platonico del quale avete sentito parlare da tutto il mondo, ma pensavate fosse prerogativa altrui e non potesse sfiorarvi e coinvolgervi .
In questo caso non servono svariate distrazioni : riviste cinema libri donne consigli amici, chiacchiere di calcio davanti a una birra .
Basta riascoltare una qualunque canzonetta con teoremi amorosi e testi meglio se di Mogol , che il cervello mette in moto inevitabili e soliti riferimenti conditi da puerili ipotesi sentimentali .
Mi tornano in mente tutti quei vecchi successi sull'amore, che fan rima con cuore... e penso a te... per sempre... nell'anima... insieme... amore amore... e ancora amore, appunto . E ora sta capitando a me, proprio a me ...
Mah. Pensiamo a chiudere sto' negozio .
Sdaraaraaraang !
La vecchia saracinesca continua a lamentarsi da qualche settimana ormai; pare risvegliare quei quattro gatti sonnacchiosi acciambellati sotto le auto parcheggiate attorno . Io mi allontano giochicchiando con le chiavi e osservando il grado di usura dell'insegna al neon : &ldquo
ischi” .
Neutra , semplice ma efficace .
Con Claudio abbiamo pensato spesso di modificarla, rinnovarla, ma e' rimasta cosi', in sospeso, come un idea che resta la'.
Pero' dovremo approfondire dopo la chisura estiva...
Ormai l'era del computer ci sta travolgendo e lascia una scìa di avventori che diventano ogni giorno piu' smaliziati... Bah vedremo.
Fa caldo stasera e non tira un alito di vento .
La moto si accende al primo colpo con l'aria innestata ; occorre aspettare un po , scaldarla prima di partire , e' un vecchio catenaccio, come dicono i malevoli , ma andrebbe rispettata come una trabant .
E' un honda 650 cse , pero' va, eccome, non ti molla mai , proprio come le donne...
Sorrido all'allusione che si crea nella mia mente e intanto osservo i gatti nascosti sotto le auto parcheggiate incerti sulle mie intenzioni .
Non li tocca nessuno i gatti di Roma, il mercato rionale sull'altro lato della strada e' il loro santuario, un fornitore di cibo 24 ore su 24.
Parto, e torno verso casa. L'aria sul viso semiscoperto dal caschetto.
Scarso traffico in questa sera di meta' estate , imposto le curve e le dilato per divertirmi un po , aiuto pensieri cattivi e molesti a disgregarsi...
A pranzo non ho mangiato quasi nulla ed e' questa la mia ultima preoccupazione prima di arrivare .
Aprendo la porta di casa scopro che anche oggi non ho ricevuto visite sgradite. Al mio rientro sovente mi aspetto di trovare la porta semiaperta o scassinata e il desolante immaginario spettacolo del disordine e della confusione davanti ai miei piedi .
Constato rapidamente che l'arredamento scelto con Marta non mi ha ancora stancato e anche gli ultimi dipinti che ho comprato si adattano ai colori dell'ambiente.
Preparo il cibo .
Cibo: che nome rassicurante , onomatopeico , glomm... .
Aziono l'impianto stereo , introduco il dischetto degli Eels , poi ci ripenso e accendo la tv sperando di beccare un lembo di TG delle venti e trenta...
Niente da fare , finito , e allora provo con lo zapping tra una linguina scotta e un pesto quasi scaduto .
Perche' poi non faccio caso a queste scadenze quando compro le cose , non controllo i “termini minimi di conservazione”...
Credo proprio che quelli del banco rionale dove spesso faccio la spesa , mi considerino una sorta di ebete al quale passare derrate che altri non comprerebbero mai !
Io che sto li' imbambolato nei miei pensieri, gli occhi per conto loro osservano le morbide forme della lattaia in camice bianco latte (bello sto' pensiero , molto veermeriano). E' muta a quanto pare, perche' non profferisce mai verbo, solo cenni e piccoli saluti… Quand'ecco che il fratello banconiere mi appioppa uno stracchino semiscaduto !
Non e' da molto che ho scoperto che i due sono fratello e sorella, inizialmente li supponevo amanti all'ultima stagione...
Vabbe' , comunque non poi cosi' male questo pesto , immaginavo peggio , la linguina pare aver tenuto la cottura , e il vinello bianco semighiacciato rende assorbibile il tutto .
Trilla il telefono cellulare. Purtroppo anch'io ne sono assogettato , dico purtroppo perche' mi considero, anzi, mi consideravo uno dello zoccolo duro, facevo resistenza: un vero antagonista del cellulare. Un tifoso della segreteria telefonica , ne ero quasi un virtuoso .Invece qui , in questo seminuovo appartamento residenziale, chissa' perche' non sembra fattibile allacciare una linea telefonica,
ovvero non sembra possibile deviarla in queste stanze ubicate sopra l'appartamento prioritario della palazzina.
Problemi tecnici dicono i tecnici , al momento dell'anticipo pero' nessuno me l’aveva prospettato...
-Pronto?- urlo quasi
-Fra'?- fra' sta per Francesco, cioe' io.
-Sii?-
-Sono Claudio... sgrtpzzz scarica magnetica ...stai ?...-
Se m'ha chiesto come sto , sto medio, se invece vuol sapere dove sono, sono a casa mia .
Informo Claudio per entrambi i casi e lo aggiorno sul mio stare medio , ovvero mica tanto bene .
Vuol sapere se ho deciso di partire e chiudere il negozio per le ferie estive. Ah dimenticavo: ve l'ho detto che Claudio e' il mio socio?
-No , non parto per ora , o meglio non lo so , comunque penso di chiudere per un paio di settimane , tu che dici ? -
Sono proprio dubbioso se restare aperto nei prossimi giorni di agosto.
-Per me va bene , tu considera che io tornero' dopo il 18 per cui...ire il 20 ...ure il 27 al massimo... non credo tu sia sommerso dai clienti...-
Non e' che ho capito granche' ma lo aggiorno sulla scarsa mole di lavoro e sulla tipologia di clienti che stanno varcando in questi giorni la porta d'ingresso .
-L'hai sentita?- mi chiede
-No- rispondo. Claudio fa riferimento improvviso e imprevisto a Marta , colei che richiama in me i vecchi successi musicali di cui sopra . Gli avevo accennato qualcosa prima che lui partisse per le meritate vacanze, e adesso la sua proverbiale memoria si affacciava nel nostro colloquio telefonico .
-Ma dove sei ? Non ti sento quasi per niente – praticamente urlo nell'altoparlante- Ti richiamo io tra un paio d'ore va bene ?-
-...issimo... ciao...- conversazione terminata.
Claudio , il mio socio ; il mio amico anzi . Dovessi attribuire delle percentuali direi 70 amico 30 socio , e forse e' per questo che le cose tra noi ancora vanno decentemente .
Lui ha una bella storia , convive con una mia omonima e pur attraversando i soliti alti e bassi riesce a riciclarla ed equilibrarla senza comuni sforzi apparenti .
Io invece no . Ovvero non ho storie in corso degne di tal nome o magari del suggello amore . Mi diletto insomma . Oddio, se mi ascoltassero le femministe... Aggregazione (ed e' gia' un diminuitivo) sorta negli anni '70 tendente all'emancipazione sociale fisica ed intellettuale dal maschio tiranno oppressore e usurpatore. Chissa' se esistono ancora.
Ho l'impressione che anche le donne non sappiano bene cosa vogliano. Io credo che abbiano aspettative piu' alte rispetto alla nostra generazione di maschietti . Comunque non sono mai riuscito, ne mai riusciro' a capirle del tutto.
Nei loro modi trovi spesso la novita', l'improbo, l'insospettabile e ho l'impressione che coniugare equilibrio fantasia e concretezza per stare con loro, possa risultare un impresa titanica.Adesso sembra non esserci piu' neanche il tempo per approfondire i rapporti.
C'e' fretta di conclusione, di consumo immediato, un ansia di richieste esaudite spesso incomprensibile.
Quanto mi manca il tempo. Si dovrebbe creare una unita' di misura per valorizzarlo .
A volte mi e' capitato di metabolizzare dinamiche personali solo dopo averne fruito con tranquillita'. Non si lascia decantare nulla ; questo modus vivendi non vuole permettercelo, non ce lo attribuisce. Seguiamo piu'o meno inconsapevolmente un ciclo continuo, indifferenziato, circolare... Mah, forse sto esagerando...
Comunque ogni tanto qualche benpensante solleva un braccio e ci parla di elevazione spirituale, di fughe sciamaniche, di dimensioni parallele. Eppure Pasolini...
Ddtrrtiiiiiii … il cellulare.
E' difficile riportarne su carta la suoneria....
-Si?!?-
-Francesco sono Simona - e' mia sorella - Cosa fai ? - aggiunge.
-Da dove chiami si sente benissimo?- rispondo incuriosito.
-Sto al mare , lo sai … senti perche' non vieni qui domani... sapessi che aria tira...- pare sconsolata
-Non lo so ... direi che ancora non ho voglia di abbrustolirmi – prendo tempo semi annoiato ma vigile al tempo stesso.
-Vabbe' , fa come ti pare . Io vorrei che venissi, qui stiamo sempre in discussione per qualunque argomento– si riferisce al pessimo rapporto tra il suo consorte e i nostri genitori comuni.
-Senti non te lo prometto, vediamo come vanno le cose al lavoro e ti faccio sapere...- temporeggio
-Si va beh, ho capito. Ti saluto , ciaoooo- e' contrariata, sa che non andro'.
-Ciao...- laconico.
Gia', cosa faro' questo fine settimana?...
Vabbe' che per comprare gli ultimi due quadri ho speso un patrimonio ma dovro' pure organizzarmi qualcosa. Anche nell'attesa di una telefonata.
Di una sua telefonata.
Proprio cosi', in realta' riflettendoci sto aspettando uno squillo. Sono succube di una immaginaria conversazione telefonica.
Mi scuote un qualunque trillìo e resto inevitabilmente deluso da un piccolo visore luminoso.
Pero' lei e'... come dire... speciale .
Si , speciale , unica , assolutamente insolita , anche come bellezza.
Emette una sorta di avvolgente serenità che stride col suo modo vulcanico e spiccio di affrontare le situazioni. Tutte.
Spesso poi l'ho vista persa in se stessa , con un particolare brillìo di luce negli occhi.
Almeno io la idealizzo cosi' .
Gia', idealizzo, perche' tranne nel periodo in cui abbiamo scelto assieme il modo di arredare il mio appartamento, non e' che abbia avuto occasione di frequentarla molto.
Pur essendo la compagna occasionale di un comune amico, non ho avuto spesso opportunita' di frequentarla e approfondirla.
Ma qualche sera fa, l'ho incontrata per caso sotto un tunnel vicino il centro, le ho dato un passaggio con la moto e abbiamo passato insieme tutta la sera
vicini, intimi.
Da subito mi ha inaspettatamente rallentato i ritmi.
Non c'era urgenza nei nostri dicorsi, non c'erano obiettivi da raggiungere o con i quali misurarsi, tutto e' fluito senza sforzi, spontaneamente.
Solo in seguito mi sono reso conto dell'accaduto e delle ore trascorse in un lampo .
E adesso sono qui, speranzoso di un replay, di un cenno , anche solo un colpo di telefono. Dimmi te...
Nel frattempo pero' il mio volto imbambolato , lascia spazio ad una smorfia: le linguine si sono freddate al contrario del vinello che adesso e' monco di ghiaccio .
Ingurgito pancarre' con salamino e maionese e riprendo l'infruttuoso zapping televisivo.
Mi scollo dallo sgabello rialzato deciso all'inserimento di un cd degli Eels, poi ci ripenso (brutto segnale) osservandoli in fila sull'apposito raccoglitore.
Per scuotermi credo ci voglia un pò di musica indipendente... A.F.A. o 24 Grana ?
Opto i 24 Grana: mi ricordano i primi Almamegretta ed il loro dub in levare.
Ora gli Alma fanno musica d'andazzo, almeno a parer mio, confusi con altri gruppi underground banalotti.
Il cantante dei 24 mi ricorda ossessivamente il moto circolare delle onde; io di contro sono al quinto bicchiere di vinello e l'unico moto circolare che mi rapisce
e' quello della mia testa. Scolo un bicchierone di oligominerale , mi preparo il caffe'...poi no, decido di uscire.
Lo prendero' al bar. Spruzzatone d'acqua e sapone, nuvola di vetiver e sono pronto per incontrare l'estate romana e le sue attrazioni.
In strada la sensazione e' fortunatamente fresca, ponentina.
Rifletto: arena? Rassegna culturale? Concerto? Teatro? Anche in solitudine il comune di Roma d'estate mette a disposizione scelte vaste per non annoiarsi. Chi e' di queste parti conosce il boom di eventi che si svolgono in questo caldo periodo... “in quest'estate romana di musica e fotografia”...
Accendo la moto e parto indeciso verso il centro citta'.
Cerco con occhiate laterali un bar promettente ancora aperto.
Piacevoli sensazioni trasmesse dall'aria e dalla velocita' contenuta.
Il mio ego si accomoda ; sara' il vino.
Sbircio l'ora sotto il polsino: sono le dieci passate da poco.
Scorgo un bar con insegna laterale tipo orologio stazione ferroviaria.
Mi fermo. Parcheggio fronte bar e bloccasterzo la moto.
Entro nel locale col semicasco sottobraccio.
Mi aspetto di trovare il barman intento a passare lo straccio col proprietario in cassa che chiude i conti giornalieri.
Invece ci trovo un allegra combriccola di persone tra le quali scorgo il banconiere del mercato rionale; si, proprio quello che distribuisce derrate discutibili.
Cerco di riaffiorare il suo nome e resto in disparte non riconosciuto. Ordino un caffe' in un piccolo trambusto, sembrano tutti eccitati.
Attesa del mio turno , il barman non si e' accorto che esisto. Aspetto ancora che la sua attenzione si volga al medesimo e provo a ripetere la richiesta .
Osservo la combriccola discutere sul da farsi , anche per loro l'estate romana sembra troppa colma di proposte da accordare.
Contrariamente al temuto , ovvero richiedere per la terza volta il mio meritato caffe', il barman mi accomoda una tazzina su un piattino voltandola con un gesto del polso per favorirmi il piccolo manico; compiaciuto della cortesia da uno sconosciuto verso lo zucchero, parco, dalla zuccheriera a imbuto.
Sto pensando che occorre avere dimestichezza con tale dispensatrice quando da una porticina laterale che non avevo notato compare banconiera lattaia alle prese con i suoi jeans aderenti , dentro i quali non l'avevo mai vista .
Solleva il viso, mi nota , e sorride.
Non emette suono ma io la saluto con uno dei miei migliori CIAO .
Non mi volto quando m'oltrepassa . Ingoio rapidamente il caffe’ per potermi girare e valutarla meglio. Sono un povero maschio meschino in perenne calore penso di me. Comunque voltandomi lei mi guarda e mi vede pure fratello banconiere che mi riconosce, mi saluta , e si avvicina scartando un amico. Mi chiede senza giri di parole se la moto che ha intravisto all'esterno e' la mia. Annuisco alzando le sopracciglia,
e lui principia una sequenza di commenti anche tecnici che finalizza con la sua adorazione per la mia due ruote. Cerca pure conforto e appoggio dalla sorella
che intravedo dietro di lui e che annuisce; elenca una serie di elementi che neppure io consideravo nella mia moto. Poi ci presentiamo. Conclude la tiritera chiedendomi se trovera' il coraggio di domandarmi l'opportunita' di farci un giro .
Sorpreso e stupito, penso vada incontro alla serata in modo alticcio, ma riesco ad articolare una semiproposta che include uno scambio di favori con le migliori primizie che il loro banco possa offrire. Sorridiamo tutti e inoltre la lattaia entra completamente nel mio campo visivo alle sue spalle.
Immediatamente il mio cervello raccoglie tutte le informazioni fisiche che avevo finora soltanto ipotizzato e mi dispensa piccole ondate di entusiasmo.
Ha i capelli castani sciolti . Lunghi e mossi. Le sue caviglie molto sottili , fuoriescono dal jeans tagliato corto, e salendo con la vista non posso non verificare una dolce e decisa increspatura sui fianchi ; un bustino celeste troppo aderente stringe i suoi seni formando un piccolo e delizioso canaletto perpendicolare che scompare dolcemente alla vista . Mi sento un pò maniaco.
Pur priva di tacchi e vestita senza fronzoli, struccata peraltro, e' piu' alta di quel che immaginavo dietro al bancone e si puo' quindi definire una gran bella figliuola
come dicevano nel vecchio west...
Fuoriesco dal bar con la combriccola sempre ciarliera e ci scambiamo auguri di buona serata .
Non andra' cosi' per me . Dopo aver chiamato Claudio ed esserci accordati sulla chiusura festiva della nostra attivita'
visiono in un arena gremita il Quinto elemento di Besson, e sulla strada del ritorno non mi impedisco di pensare alla perdurante assenza di notizie “Martiane”.
Da non confondersi con le "cronache" di Bradbury...
Lei e' scomparsa , puff, svanita , come in un riuscito trucco di Silvan. Non scrive , non faxa, tantomeno telefona. Insomma non c'e' . Gia' da troppo tempo direi. Impossibile raggiungerla visto che si e' volutamente privata di ogni riferimento telefonico ed epistolare nel buen ritiro che sò essersi scelta . Vorrei dotarmi di un teletrasporto startrekkiano, potrei provare con un piccione viaggiatore, ma chiedono troppo d'affitto.
Posso solamente immaginarla alle prese con i suoi manufatti, le sue diapositive, la sua mania per internet attraverso il quale, sostiene, arriveranno i suoi futuri guadagni.
Io so soltanto che una sera ho incrociato la sua rotta e mi sono perso nei suoi strati mentali, nel suo passato fatto di immagini, polaroid ritoccate e sculture che porta con se nel suo marsupio da eta-beta.
Di lei resta forte il ricordo di una notte folgorante trascorsa insieme e nella quale ho affiancato fortuitamente il suo percorso .Strano pero' che una persona cosi' fonda e complessa possa trasmettere da subito tanta serenita' . E tanta attrazione.
Ha pacificato d'un colpo il mio caotico modo di procedere, se non altro per qualche giorno. Poi e' sparita. Il lampo di una stella cadente nel finale della scìa.
Adesso e' proprio buio.
Cosi' buio che per poco non vedo una vettura in sosta imprevedibile al fianco del mio dedicato posteggio. La moto fa un estrosa piroetta che fortunatamente mi lascia in piedi. Smonto, e blocco con la kriptonite la ruota posteriore.
Mi tolgo il casco in questo garage all'aperto sotto il caseggiato nel quartiere residenziale.
Pensieri foschi mi accompagnano sulle scale, in casa , mi svestono e mi addormentano sopra il letto non certamente fresco di lenzuola.
Termina cosi' il mio venerdi'.
"Quanto e' sconvolgente il desiderio. E' un diavolo che non dorme mai." H.K.
I soliti pensieri degli ultimi giorni si affacciano come una curiosa da un balcone al sentore di uno schiamazzo. All'esterno la canicola cittadina ti si appiccica addosso pure all'ora del tramonto e nonostante sia spossato dall'afa e dalla giornataccia, il cervello e’ bello sveglio,s’avvita e si contorce facendomi domande irritanti.
Quando l'assenza di una persona e di quello che rappresenta comincia a impossessarsi di quasi tutta la vostra capacita' mentale, si entra in una sorta di assillo platonico del quale avete sentito parlare da tutto il mondo, ma pensavate fosse prerogativa altrui e non potesse sfiorarvi e coinvolgervi .
In questo caso non servono svariate distrazioni : riviste cinema libri donne consigli amici, chiacchiere di calcio davanti a una birra .
Basta riascoltare una qualunque canzonetta con teoremi amorosi e testi meglio se di Mogol , che il cervello mette in moto inevitabili e soliti riferimenti conditi da puerili ipotesi sentimentali .
Mi tornano in mente tutti quei vecchi successi sull'amore, che fan rima con cuore... e penso a te... per sempre... nell'anima... insieme... amore amore... e ancora amore, appunto . E ora sta capitando a me, proprio a me ...
Mah. Pensiamo a chiudere sto' negozio .
Sdaraaraaraang !
La vecchia saracinesca continua a lamentarsi da qualche settimana ormai; pare risvegliare quei quattro gatti sonnacchiosi acciambellati sotto le auto parcheggiate attorno . Io mi allontano giochicchiando con le chiavi e osservando il grado di usura dell'insegna al neon : &ldquo
ischi” . Neutra , semplice ma efficace .
Con Claudio abbiamo pensato spesso di modificarla, rinnovarla, ma e' rimasta cosi', in sospeso, come un idea che resta la'.
Pero' dovremo approfondire dopo la chisura estiva...
Ormai l'era del computer ci sta travolgendo e lascia una scìa di avventori che diventano ogni giorno piu' smaliziati... Bah vedremo.
Fa caldo stasera e non tira un alito di vento .
La moto si accende al primo colpo con l'aria innestata ; occorre aspettare un po , scaldarla prima di partire , e' un vecchio catenaccio, come dicono i malevoli , ma andrebbe rispettata come una trabant .
E' un honda 650 cse , pero' va, eccome, non ti molla mai , proprio come le donne...
Sorrido all'allusione che si crea nella mia mente e intanto osservo i gatti nascosti sotto le auto parcheggiate incerti sulle mie intenzioni .
Non li tocca nessuno i gatti di Roma, il mercato rionale sull'altro lato della strada e' il loro santuario, un fornitore di cibo 24 ore su 24.
Parto, e torno verso casa. L'aria sul viso semiscoperto dal caschetto.
Scarso traffico in questa sera di meta' estate , imposto le curve e le dilato per divertirmi un po , aiuto pensieri cattivi e molesti a disgregarsi...
A pranzo non ho mangiato quasi nulla ed e' questa la mia ultima preoccupazione prima di arrivare .
Aprendo la porta di casa scopro che anche oggi non ho ricevuto visite sgradite. Al mio rientro sovente mi aspetto di trovare la porta semiaperta o scassinata e il desolante immaginario spettacolo del disordine e della confusione davanti ai miei piedi .
Constato rapidamente che l'arredamento scelto con Marta non mi ha ancora stancato e anche gli ultimi dipinti che ho comprato si adattano ai colori dell'ambiente.
Preparo il cibo .
Cibo: che nome rassicurante , onomatopeico , glomm... .
Aziono l'impianto stereo , introduco il dischetto degli Eels , poi ci ripenso e accendo la tv sperando di beccare un lembo di TG delle venti e trenta...
Niente da fare , finito , e allora provo con lo zapping tra una linguina scotta e un pesto quasi scaduto .
Perche' poi non faccio caso a queste scadenze quando compro le cose , non controllo i “termini minimi di conservazione”...
Credo proprio che quelli del banco rionale dove spesso faccio la spesa , mi considerino una sorta di ebete al quale passare derrate che altri non comprerebbero mai !
Io che sto li' imbambolato nei miei pensieri, gli occhi per conto loro osservano le morbide forme della lattaia in camice bianco latte (bello sto' pensiero , molto veermeriano). E' muta a quanto pare, perche' non profferisce mai verbo, solo cenni e piccoli saluti… Quand'ecco che il fratello banconiere mi appioppa uno stracchino semiscaduto !
Non e' da molto che ho scoperto che i due sono fratello e sorella, inizialmente li supponevo amanti all'ultima stagione...
Vabbe' , comunque non poi cosi' male questo pesto , immaginavo peggio , la linguina pare aver tenuto la cottura , e il vinello bianco semighiacciato rende assorbibile il tutto .
Trilla il telefono cellulare. Purtroppo anch'io ne sono assogettato , dico purtroppo perche' mi considero, anzi, mi consideravo uno dello zoccolo duro, facevo resistenza: un vero antagonista del cellulare. Un tifoso della segreteria telefonica , ne ero quasi un virtuoso .Invece qui , in questo seminuovo appartamento residenziale, chissa' perche' non sembra fattibile allacciare una linea telefonica,
ovvero non sembra possibile deviarla in queste stanze ubicate sopra l'appartamento prioritario della palazzina.
Problemi tecnici dicono i tecnici , al momento dell'anticipo pero' nessuno me l’aveva prospettato...
-Pronto?- urlo quasi
-Fra'?- fra' sta per Francesco, cioe' io.
-Sii?-
-Sono Claudio... sgrtpzzz scarica magnetica ...stai ?...-
Se m'ha chiesto come sto , sto medio, se invece vuol sapere dove sono, sono a casa mia .
Informo Claudio per entrambi i casi e lo aggiorno sul mio stare medio , ovvero mica tanto bene .
Vuol sapere se ho deciso di partire e chiudere il negozio per le ferie estive. Ah dimenticavo: ve l'ho detto che Claudio e' il mio socio?
-No , non parto per ora , o meglio non lo so , comunque penso di chiudere per un paio di settimane , tu che dici ? -
Sono proprio dubbioso se restare aperto nei prossimi giorni di agosto.
-Per me va bene , tu considera che io tornero' dopo il 18 per cui...ire il 20 ...ure il 27 al massimo... non credo tu sia sommerso dai clienti...-
Non e' che ho capito granche' ma lo aggiorno sulla scarsa mole di lavoro e sulla tipologia di clienti che stanno varcando in questi giorni la porta d'ingresso .
-L'hai sentita?- mi chiede
-No- rispondo. Claudio fa riferimento improvviso e imprevisto a Marta , colei che richiama in me i vecchi successi musicali di cui sopra . Gli avevo accennato qualcosa prima che lui partisse per le meritate vacanze, e adesso la sua proverbiale memoria si affacciava nel nostro colloquio telefonico .
-Ma dove sei ? Non ti sento quasi per niente – praticamente urlo nell'altoparlante- Ti richiamo io tra un paio d'ore va bene ?-
-...issimo... ciao...- conversazione terminata.
Claudio , il mio socio ; il mio amico anzi . Dovessi attribuire delle percentuali direi 70 amico 30 socio , e forse e' per questo che le cose tra noi ancora vanno decentemente .
Lui ha una bella storia , convive con una mia omonima e pur attraversando i soliti alti e bassi riesce a riciclarla ed equilibrarla senza comuni sforzi apparenti .
Io invece no . Ovvero non ho storie in corso degne di tal nome o magari del suggello amore . Mi diletto insomma . Oddio, se mi ascoltassero le femministe... Aggregazione (ed e' gia' un diminuitivo) sorta negli anni '70 tendente all'emancipazione sociale fisica ed intellettuale dal maschio tiranno oppressore e usurpatore. Chissa' se esistono ancora.
Ho l'impressione che anche le donne non sappiano bene cosa vogliano. Io credo che abbiano aspettative piu' alte rispetto alla nostra generazione di maschietti . Comunque non sono mai riuscito, ne mai riusciro' a capirle del tutto.
Nei loro modi trovi spesso la novita', l'improbo, l'insospettabile e ho l'impressione che coniugare equilibrio fantasia e concretezza per stare con loro, possa risultare un impresa titanica.Adesso sembra non esserci piu' neanche il tempo per approfondire i rapporti.
C'e' fretta di conclusione, di consumo immediato, un ansia di richieste esaudite spesso incomprensibile.
Quanto mi manca il tempo. Si dovrebbe creare una unita' di misura per valorizzarlo .
A volte mi e' capitato di metabolizzare dinamiche personali solo dopo averne fruito con tranquillita'. Non si lascia decantare nulla ; questo modus vivendi non vuole permettercelo, non ce lo attribuisce. Seguiamo piu'o meno inconsapevolmente un ciclo continuo, indifferenziato, circolare... Mah, forse sto esagerando...
Comunque ogni tanto qualche benpensante solleva un braccio e ci parla di elevazione spirituale, di fughe sciamaniche, di dimensioni parallele. Eppure Pasolini...
Ddtrrtiiiiiii … il cellulare.
E' difficile riportarne su carta la suoneria....
-Si?!?-
-Francesco sono Simona - e' mia sorella - Cosa fai ? - aggiunge.
-Da dove chiami si sente benissimo?- rispondo incuriosito.
-Sto al mare , lo sai … senti perche' non vieni qui domani... sapessi che aria tira...- pare sconsolata
-Non lo so ... direi che ancora non ho voglia di abbrustolirmi – prendo tempo semi annoiato ma vigile al tempo stesso.
-Vabbe' , fa come ti pare . Io vorrei che venissi, qui stiamo sempre in discussione per qualunque argomento– si riferisce al pessimo rapporto tra il suo consorte e i nostri genitori comuni.
-Senti non te lo prometto, vediamo come vanno le cose al lavoro e ti faccio sapere...- temporeggio
-Si va beh, ho capito. Ti saluto , ciaoooo- e' contrariata, sa che non andro'.
-Ciao...- laconico.
Gia', cosa faro' questo fine settimana?...
Vabbe' che per comprare gli ultimi due quadri ho speso un patrimonio ma dovro' pure organizzarmi qualcosa. Anche nell'attesa di una telefonata.
Di una sua telefonata.
Proprio cosi', in realta' riflettendoci sto aspettando uno squillo. Sono succube di una immaginaria conversazione telefonica.
Mi scuote un qualunque trillìo e resto inevitabilmente deluso da un piccolo visore luminoso.
Pero' lei e'... come dire... speciale .
Si , speciale , unica , assolutamente insolita , anche come bellezza.
Emette una sorta di avvolgente serenità che stride col suo modo vulcanico e spiccio di affrontare le situazioni. Tutte.
Spesso poi l'ho vista persa in se stessa , con un particolare brillìo di luce negli occhi.
Almeno io la idealizzo cosi' .
Gia', idealizzo, perche' tranne nel periodo in cui abbiamo scelto assieme il modo di arredare il mio appartamento, non e' che abbia avuto occasione di frequentarla molto.
Pur essendo la compagna occasionale di un comune amico, non ho avuto spesso opportunita' di frequentarla e approfondirla.
Ma qualche sera fa, l'ho incontrata per caso sotto un tunnel vicino il centro, le ho dato un passaggio con la moto e abbiamo passato insieme tutta la sera
vicini, intimi.
Da subito mi ha inaspettatamente rallentato i ritmi.
Non c'era urgenza nei nostri dicorsi, non c'erano obiettivi da raggiungere o con i quali misurarsi, tutto e' fluito senza sforzi, spontaneamente.
Solo in seguito mi sono reso conto dell'accaduto e delle ore trascorse in un lampo .
E adesso sono qui, speranzoso di un replay, di un cenno , anche solo un colpo di telefono. Dimmi te...
Nel frattempo pero' il mio volto imbambolato , lascia spazio ad una smorfia: le linguine si sono freddate al contrario del vinello che adesso e' monco di ghiaccio .
Ingurgito pancarre' con salamino e maionese e riprendo l'infruttuoso zapping televisivo.
Mi scollo dallo sgabello rialzato deciso all'inserimento di un cd degli Eels, poi ci ripenso (brutto segnale) osservandoli in fila sull'apposito raccoglitore.
Per scuotermi credo ci voglia un pò di musica indipendente... A.F.A. o 24 Grana ?
Opto i 24 Grana: mi ricordano i primi Almamegretta ed il loro dub in levare.
Ora gli Alma fanno musica d'andazzo, almeno a parer mio, confusi con altri gruppi underground banalotti.
Il cantante dei 24 mi ricorda ossessivamente il moto circolare delle onde; io di contro sono al quinto bicchiere di vinello e l'unico moto circolare che mi rapisce
e' quello della mia testa. Scolo un bicchierone di oligominerale , mi preparo il caffe'...poi no, decido di uscire.
Lo prendero' al bar. Spruzzatone d'acqua e sapone, nuvola di vetiver e sono pronto per incontrare l'estate romana e le sue attrazioni.
In strada la sensazione e' fortunatamente fresca, ponentina.
Rifletto: arena? Rassegna culturale? Concerto? Teatro? Anche in solitudine il comune di Roma d'estate mette a disposizione scelte vaste per non annoiarsi. Chi e' di queste parti conosce il boom di eventi che si svolgono in questo caldo periodo... “in quest'estate romana di musica e fotografia”...
Accendo la moto e parto indeciso verso il centro citta'.
Cerco con occhiate laterali un bar promettente ancora aperto.
Piacevoli sensazioni trasmesse dall'aria e dalla velocita' contenuta.
Il mio ego si accomoda ; sara' il vino.
Sbircio l'ora sotto il polsino: sono le dieci passate da poco.
Scorgo un bar con insegna laterale tipo orologio stazione ferroviaria.
Mi fermo. Parcheggio fronte bar e bloccasterzo la moto.
Entro nel locale col semicasco sottobraccio.
Mi aspetto di trovare il barman intento a passare lo straccio col proprietario in cassa che chiude i conti giornalieri.
Invece ci trovo un allegra combriccola di persone tra le quali scorgo il banconiere del mercato rionale; si, proprio quello che distribuisce derrate discutibili.
Cerco di riaffiorare il suo nome e resto in disparte non riconosciuto. Ordino un caffe' in un piccolo trambusto, sembrano tutti eccitati.
Attesa del mio turno , il barman non si e' accorto che esisto. Aspetto ancora che la sua attenzione si volga al medesimo e provo a ripetere la richiesta .
Osservo la combriccola discutere sul da farsi , anche per loro l'estate romana sembra troppa colma di proposte da accordare.
Contrariamente al temuto , ovvero richiedere per la terza volta il mio meritato caffe', il barman mi accomoda una tazzina su un piattino voltandola con un gesto del polso per favorirmi il piccolo manico; compiaciuto della cortesia da uno sconosciuto verso lo zucchero, parco, dalla zuccheriera a imbuto.
Sto pensando che occorre avere dimestichezza con tale dispensatrice quando da una porticina laterale che non avevo notato compare banconiera lattaia alle prese con i suoi jeans aderenti , dentro i quali non l'avevo mai vista .
Solleva il viso, mi nota , e sorride.
Non emette suono ma io la saluto con uno dei miei migliori CIAO .
Non mi volto quando m'oltrepassa . Ingoio rapidamente il caffe’ per potermi girare e valutarla meglio. Sono un povero maschio meschino in perenne calore penso di me. Comunque voltandomi lei mi guarda e mi vede pure fratello banconiere che mi riconosce, mi saluta , e si avvicina scartando un amico. Mi chiede senza giri di parole se la moto che ha intravisto all'esterno e' la mia. Annuisco alzando le sopracciglia,
e lui principia una sequenza di commenti anche tecnici che finalizza con la sua adorazione per la mia due ruote. Cerca pure conforto e appoggio dalla sorella
che intravedo dietro di lui e che annuisce; elenca una serie di elementi che neppure io consideravo nella mia moto. Poi ci presentiamo. Conclude la tiritera chiedendomi se trovera' il coraggio di domandarmi l'opportunita' di farci un giro .
Sorpreso e stupito, penso vada incontro alla serata in modo alticcio, ma riesco ad articolare una semiproposta che include uno scambio di favori con le migliori primizie che il loro banco possa offrire. Sorridiamo tutti e inoltre la lattaia entra completamente nel mio campo visivo alle sue spalle.
Immediatamente il mio cervello raccoglie tutte le informazioni fisiche che avevo finora soltanto ipotizzato e mi dispensa piccole ondate di entusiasmo.
Ha i capelli castani sciolti . Lunghi e mossi. Le sue caviglie molto sottili , fuoriescono dal jeans tagliato corto, e salendo con la vista non posso non verificare una dolce e decisa increspatura sui fianchi ; un bustino celeste troppo aderente stringe i suoi seni formando un piccolo e delizioso canaletto perpendicolare che scompare dolcemente alla vista . Mi sento un pò maniaco.
Pur priva di tacchi e vestita senza fronzoli, struccata peraltro, e' piu' alta di quel che immaginavo dietro al bancone e si puo' quindi definire una gran bella figliuola
come dicevano nel vecchio west...
Fuoriesco dal bar con la combriccola sempre ciarliera e ci scambiamo auguri di buona serata .
Non andra' cosi' per me . Dopo aver chiamato Claudio ed esserci accordati sulla chiusura festiva della nostra attivita'
visiono in un arena gremita il Quinto elemento di Besson, e sulla strada del ritorno non mi impedisco di pensare alla perdurante assenza di notizie “Martiane”.
Da non confondersi con le "cronache" di Bradbury...
Lei e' scomparsa , puff, svanita , come in un riuscito trucco di Silvan. Non scrive , non faxa, tantomeno telefona. Insomma non c'e' . Gia' da troppo tempo direi. Impossibile raggiungerla visto che si e' volutamente privata di ogni riferimento telefonico ed epistolare nel buen ritiro che sò essersi scelta . Vorrei dotarmi di un teletrasporto startrekkiano, potrei provare con un piccione viaggiatore, ma chiedono troppo d'affitto.
Posso solamente immaginarla alle prese con i suoi manufatti, le sue diapositive, la sua mania per internet attraverso il quale, sostiene, arriveranno i suoi futuri guadagni.
Io so soltanto che una sera ho incrociato la sua rotta e mi sono perso nei suoi strati mentali, nel suo passato fatto di immagini, polaroid ritoccate e sculture che porta con se nel suo marsupio da eta-beta.
Di lei resta forte il ricordo di una notte folgorante trascorsa insieme e nella quale ho affiancato fortuitamente il suo percorso .Strano pero' che una persona cosi' fonda e complessa possa trasmettere da subito tanta serenita' . E tanta attrazione.
Ha pacificato d'un colpo il mio caotico modo di procedere, se non altro per qualche giorno. Poi e' sparita. Il lampo di una stella cadente nel finale della scìa.
Adesso e' proprio buio.
Cosi' buio che per poco non vedo una vettura in sosta imprevedibile al fianco del mio dedicato posteggio. La moto fa un estrosa piroetta che fortunatamente mi lascia in piedi. Smonto, e blocco con la kriptonite la ruota posteriore.
Mi tolgo il casco in questo garage all'aperto sotto il caseggiato nel quartiere residenziale.
Pensieri foschi mi accompagnano sulle scale, in casa , mi svestono e mi addormentano sopra il letto non certamente fresco di lenzuola.
Termina cosi' il mio venerdi'.
"Quanto e' sconvolgente il desiderio. E' un diavolo che non dorme mai." H.K.
